IL corteo di venerdì 14 dicembre per difendere la scuola pubblica ha sfidato anche la neve

Noi settemila ... Voi solo tre


21 dicembre 2001 - Alvin Palmi ( Studenti Nati dalla Resistenza)

Sono le 9 di mattina di Venerdì 14 Dicembre 2001 e il freddo non dà tregua in una giornata che si annuncia dura e forse anche triste. La neve ha rovinato tutto: le delegazioni degli studenti di Rimini, Ferrara e Reggio non arriveranno, gli studenti bolognesi più indecisi propenderanno per mete più calde e ci vuole poco a immaginare che i Cobas Scuola, gli universitari dello Spazio Sociale e il Social Forum porteranno in piazza solo i militanti più fedeli.
Quella che doveva essere una grande giornata di lotta in difesa della scuola pubblica rischia di trasformarsi in una disfatta.
Basta un’occhiata alla piazza e torna un pizzico di ottimismo: almeno un migliaio di studenti delle scuole superiori di Bologna sta già sfidando il gelo in attesa della partenza del corteo.
Poi, nel giro di 10 minuti, il miracolo si compie: la piazza si riempie di ragazzi infreddoliti ma allegri e combattivi. Ci sono gli striscioni del Minghetti reduce dallo Scuolathon, del Copernico, del Fermi, del Sabin, del Righi, ma anche di molti istituti tecnici di cui fino a poche settimane fa non sapevamo nemmeno l’esistenza.
L’arrivo delle Laura Bassi è la ciliegina sulla torta: sono almeno 500, con cartelli e striscioni, magliette colorate e facce sorridenti. Arrivano in corteo dalla loro scuola occupata, ma non sono solo gli occupanti: anche tantissimi studenti contrari all’occupazione della scuola hanno risposto al nostro appello.
Si parte verso le 10, il corteo è aperto dallo striscione dei Nati dalla Resistenza che recita “noi 2.400.000 studenti, voi 3 stronzi: Moratti, Berlusconi e Garagnani”, riprendendo lo slogan “voi G8, noi 6 miliardi” che ha invaso a luglio le strade genovesi. Segue lo spezzone degli insegnanti Cobas in sciopero, poi quello infinito delle Laura Bassi e infine un fiume umano di studenti che sfilano scuola per scuola, ballando e intonando slogan. Sono almeno 5.000 persone, forse più, quelle che sfilano in via Zamboni, chiamando alla mobilitazione anche gli studenti universitari chiusi nelle loro aule.
Il corteo prosegue lungo Via Irnerio e Via Indipendenza,
tra slogan contro la Moratti e pallate di neve, a volte casuali, altre volte dirette su obiettivi strategici come la Zanichelli, l’Adecco e il McDonald’s. Il ritorno in Piazza Maggiore è trionfale: è passato mezzogiorno, il termometro si ostina a non superare lo zero, ma siamo ancora migliaia a urlare che le nostre scuole le difenderemo fino all’ultimo.
E ora appuntamento a Foligno, agli stati generali in cui il ministro Moratti cercherà di fornire una patina di democrazia alla contro-riforma che sta portando avanti, presentandola a una platea addomesticata in partenza. Gli studenti e gli insegnanti in movimento non sono stati invitati: noi ci saremo lo stesso e assedieremo gli stati generali con in corpo la stessa rabbia che ci ha sostenuto per ore nel gelido corteo di questa mattina.