Alla fine di novembre, 400 cittadini avevano presentato al Comune petizione contro l'installazione dell'antenna di telefonia mobile, lamentando di non essere stati avvertiti in quanto abitanti negli edifici circostanti al n. 50, come non lo erano stati i
genitori degli alunni della Scuola materna ed elementare Cremonini-Ongaro e la Casa di Cura Bellombra. Il quotidiano "Il Domani di Bologna" l'1 dicembre pubblicava l'articolo "L'antenna della discordia" con il sottotitolo "Il Comune gela i residenti: non verrà
spostata". L'Assessore Paruolo, nel corso dell'udienza conoscitiva indetta il 30 novembre dalla Commissione "Ambiente e Territorio", dichiarava che "il Comune non ha il potere di vietare tale impianto, ma solo di chiederne (al gestore) una collocazione alternativa".
Ovvio che tale ragionamento ha valore solo allorquando un antenna osservi tutte le leggi nazionali e regionali, oltre che le norme regolamentari locali (che, per quanto previste dalle norme nazionali, il Comune di Bologna ha sempre rifiutato di adottare). ARPA aveva
valutato il caso tramite una simulazione che aveva dimostrato :
1) esposizione della scuola inferiore ai limiti;
2) esposizione dei vani abitati degli edifici circostanti definita "problematica" dall'Assessore Paruolo, evidentemente al limite dei valori ammessi (6 v/metro);
3) esposizione superiore quasi del doppio (11 v/metro) del limite di legge in sottotetti degli edifici circostanti. Questo ultimo aspetto non fu considerato in contrasto con le norme, per cui il Comune autorizzò l'antenna il 28 febbraio 2007, dopo che
il "Tavolo Partecipato Elettrosmog", che alla fine del 2006 aveva ricevuto da Vodafone rifiuto a ricercare una diversa collocazione, aveva evidentemente dato il proprio assenso dimostrando quale fosse la considerazione di tale Tavolo ( detto " Partecipato") nei riguardi della partecipazione dei cittadini che rappresentava e rappresenta.
Somma soddisfazione di Vodafone, che potenziava il proprio servizio, e delle 5 proprietà dell'edificio di Via S. Mamolo 50, che avevano chiesto a Vodafone 35.000 euro annuali, ma anche del Comune cliente di Vodafone. Nel frattempo era divenuto oggetto del contendere tra cittadini e Comune il riconoscimento o meno dell'abitabilità dei
sottotetti circostanti con valore di esposizione superiore al limite.
Evidentemente il Comune non teneva conto che i sottotetti esposti a valori oltre il limite avrebbero dovuto essere motivo di diniego dell'autorizzazione, indipendentemente dal fatto che fossero formalmente o meno abitabili. Infatti il Regolamento edilizio comunale (che in tal caso ha surrogato la mancanza del Regolamento comunale specifico per le radiazioni elettromagnetiche, che il Comune non ha mai voluto adottare), vieta le antenne qualora negli edifici circostanti sia superato il valore limite non solo nei locali di
abitazione ma anche in tutte le "pertinenze" dell'edificio (sottotetti anche non abitabili, terrazze, cantine, cortili, ecc..).
Tali norme regolamentari furono fatte presenti il 5 dicembre da chi scrive nel forum di Aria Incondizionata e riprese da Il Cantiere nel proprio sito web. IL Domani dell'8 dicembre informava che i Vigili Urbani avevano bloccato i lavori di installazione dell'antenna che mettevano a rischio la incolumità dei passanti e in data 21 dicembre
che il Comune aveva revocato l'autorizzazione. Dichiarazione dell'Assessore Paruolo a Il Domani : "Sapevamo che non era un'installazione ottimale, ma non sapevamo del cambio di destinazione d'uso (sottotetto abitabile; nota bene: l'abitabilità è concessa dal
Comune!). Non so nemmeno chi possa avere commesso l'errore, se un errore c'è stato". L'errore, se così si vuole chiamare, c'è stato ed è stato la conseguenza del fatto che il Settore, che si occupa della salute collettiva, non conosce o comunque non applica i Regolamenti comunali che ritiene non di propria pertinenza (Edilizio, Rumore,
Polizia Urbana). Relativamente alle antenne per telefonia mobile, aspettiamoci altri "errori" qualora il Settore Salute non prenda atto che il Regolamento edilizio ne vieta l'installazione in tutti i casi in cui non solo le abitazioni ma anche le relative pertinenze siano esposte a valori superiori a quelli ammessi. E' bene che i cittadini siano informati di questo.