In via Gobetti a ricordare i nomadi uccisi dall’Uno Bianca


24 dicembre 2007

Anniversario della strage di via Gobetti da parte dei killer della Uno Bianca 1
A Bologna, il 23 dicembre del 1990, due nomadi furono uccisi e almeno altri due rimasero feriti in un assalto a colpi di mitra da parte della banda dei fratelli Savi, i tristemente famosi killer della Uno BIanca.
Al campo di Via Gobetti vivevano in roulotte circa 250 nomadi emiliani e di origine slava. L'attentato non colpì solo gli zingari, ma era rivolto anche contro chi, in città, aveva aperto la discussione sulle possibili soluzioni abitative e di accoglienza per gli immigrati che facevano parte della prima consistente ondata di migrazione nei nostri territori.
Quell'attentato seguì la logica di colpire i più deboli fra i deboli, ma "avvisava" anche chi tentava di affrontare le nuove questioni sociali della città.
Ieri pomeriggio, 17 anni dopo, in via Gobetti, in mezzo al cantiere, dove fra qualche anno, sorgerà la facoltà di Chimica Industriale, davanti alla lapide che ricorda l’attentato dei killer-poliziotti della Uno bianca, si è tenuta una cerimonia promossa da monsignor Giovanni Catti, da padre Ionna Rimboi della parrocchia ortodossa romena di Bologna, da don Nildo Pirani (parroco di S. Bartolomeo della Beverara, don Luciano Galliani (parroco di S. Girolamo dell’Arcoveggio) e dall’Anpi della Bolognina per ricordare i due nomadi uccisi: Patrizia della Santina e Rodolfo Bellinati.
Giovanni Catti ha chiesto ai presenti di ricordare in silenzio davanti alla lapide su cui sono scritte queste parole:

“Tatino e Patrizia / guidateci voi sulla strada / della giusta rivendicazione / dei diritti di tutti / colpiti da mani fratricide / in quel mattino / del 23 dicembre 1990”.

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