Il lavoro di giornalista

"Off": Libertà di stampa? No, precariato

Meno di un anno di vita, ma fucina di lavoro precario per i giornalisti,
rimasti senza lavoro e senza stipendi. Ecco la storia di Off – Quotidiano di spettacolo di Roma.

21 dicembre 2007

L'esperienza di "Off – quotidiano di spettacolo" nasce nella capitale
negli ultimi giorni di dicembre 2006. Il giornale, espressione della
scena artistica e culturale romana e non solo, inizia a uscire in
edicola al mattino e in distribuzione gratuita al pomeriggio riscuotendo
subito l'interesse di un pubblico attento e curioso. La redazione,
composta da giovani redattori e da qualche "firma" esterna, lavora sin
da subito con un buono spirito di iniziativa e segue diligentemente le
direttive del direttore Giulio Gargia e dell'editore Leonardo Giuliano.
Le prime settimane scorrono velocemente e non mancano lodi e complimentiprovenienti dal pubblico dei lettori e dal mondo degli addetti ai lavoriverso un giornale che riesce a osservare la scena del mondo dello
spettacolo con un taglio diverso dai soliti giornali e dando spazio a
quelle realtà alternative che difficilmente riescono ad avere visibilità
sui grandi quotidiani. Ai successi riscossi dalla linea editoriale però,
cominciano presto a fare da contraltare i primi problemi relativi ai
compensi verso chi lavora alla realizzazione del progetto. Dopo il primo
stipendio pagato regolarmente, infatti, l'editore comincia a retribuire
i redattori con sempre minore regolarità: prima "pagando a rate" con
cento euro elargiti settimanalmente e poi cominciando a ritardare del
tutto i pagamenti, facendo così aumentare il credito vantato dai
redattori. Alle richieste di chiarimento sulla situazione economica
della testata e sui pagamenti degli stipendi, sia l'editore che il
direttore rispondono con toni rassicuranti, citando l'esistenza di
alcuni contributi di varia provenienza, che da lì a poco sarebbero
arrivati e che avrebbero così contribuito a regolarizzare gli stipendi
arretrati. Il giornale continua comunque a uscire regolarmente grazie al
lavoro quotidiano dei redattori che si adoperano anche alla
realizzazione di un evento per festeggiare l'uscita del centesimo numero
del quotidiano. L'evento riscuote una buona partecipazione, ma non è che
una falsa vanità; il numero 101 infatti vedrà la luce dopo una lunga
pausa imposta al giornale a causa dei debiti raggiunti con lo
stampatore. A quel punto sembra chiara ai redattori l'impossibilità di
veder corrisposti i propri stipendi, nonostante editore e direttore
continuino a rassicurarli. A fine maggio 2007 il giornale riparte, dopo
i tagli alla distribuzione e all'ufficio commerciale, con la solita
promessa dei già citati contributi e con un pagamento di uno stipendio
regolare a tutti i redattori rimasti.
Nella stessa situazione dei giornalisti si trovano ovviamente anche i
due grafici che lavorano all'impaginazione di Off.
Il giornale ritorna in edicola – ma senza distribuzione pomeridiana –
con l'ambizioso progetto Off 2.0, che vuole mettere in primo piano la
partecipazione dei lettori alla creazione di notizie e portare
l'attenzione sulle nuove dinamiche collaborative tipiche del web già da
alcuni anni e sulle nuove forme di licenze (copyleft e affini). Ma idee
confuse riguardo a ciò che realmente si muove in rete e a quali sono le
dinamiche che lo animano da una parte, e dall'altra la mancanza di
risorse (ad esempio per la realizzazione di un sito web che permetta
l'interazione dei lettori), fanno sì che questa versione 2.0 del
quotidiano non decolli mai. Nel frattempo, tagliate le collaborazioni
esterne, tutti i contenuti del giornali sono in carico ai quattro
redattori. A metà luglio il giornale si ferma per una lunga pausa
estiva, che dovrebbe essere interrotta in occasione della Mostra del
cinema di Venezia con uno speciale distribuito su Roma e Venezia per cui
viene fatta una promozione tale per cui Off riesce a ottenere
addirittura 11 accrediti stampa. Ma ovviamente i soldi per andare a
Venezia non ci sono e non ci sono nemmeno per stampare il giornale sulla
capitale.
Dopo la pausa estiva, Off non torna più in edicola, i redattori si
trovano senza lavoro e con pagamenti arretrati per due o tre mesi che
ancora non arrivano, nonostante le sollecitazioni all'editore e al
direttore.
Inutile sottolineare la situazione dell'inquadramento contrattuale di
chi lavorava in redazione: se due redattori avevano un contratto non
legato però all'attività da loro realmente svolta (cioè attività
redazionale vera e propria) per i due giornalisti pubblicisti iscritti
all'ordine non c'era nessun contratto, ma accordi verbali più volte
disattesi nel corso del tempo.

Come ex-redattori di Off abbiamo aspettato per raccontare la storia del
giornale nella speranza che la situazione venisse risolta. Purtroppo
così non è stato, al momento è in corso anche una indiagine dell'INPGI
(per il mancato versamento dei contributi) e noi vogliamo rendere
pubblica la vicenda perché anche chi non ha seguito la storia del
giornale oppure chi ne ha apprezzato la qualità sappia come
effettivamente sono andate le cose in redazione. Non solo, vuole essere
anche un segnale per tutti coloro che si occupano di tutelare i
giornalisti nel loro lavoro, per sottolineare ancora una volta che
questa, purtroppo, è ormai la prassi per il mondo del giornalismo di
casa nostra a cui, in questo modo, non è consentito sviluppare quel
livello di indipendenza e possibilità professionali che lo rendano degno
di essere chiamato davvero con il nome di giornalismo.
Invitiamo qualunque persona che dia ancora valore a termini come
deontologia professionale, colleghi e non, e che ritenga il settore
dell'informazione il terreno fondamentale in cui la verità e la menzogna
si sfidano, in cui le necessità umane possano rivalersi su quelle delle
merci, in cui poter costruire un altro mondo possibile, a prendere atto
che bisogna spendersi in ogni modo per arrestare il trend che fa
dell'informazione un business, per il bene di una categoria di
lavoratori, i giornalisti, e per il bene pubblico della società intera.
Ne è prova che anche l'ultimo giornale, che pretende di essere di
sinistra e indipendente, non si fa il minimo scrupolo a diventare una
fucina di lavoro precario e mancato rispetto dei diritti. Fermiamo
l'idea dell'informazione come business, ci stiamo giocando la libertà e
la dignità di fare questo mestiere.

Gli ex-redattori di Off - Quotidiano di spettacolo
Dini Casali
Roberto Laghi
Gianluca Salustri
Dimitri Sassone

Roma, 21 dicembre 2007

da http://festinalente.ztl.eu/