Mercoledì 19 dicembre al Vag61 dalle ore 20.30

"The city where women are disposable" ed incontro con Patrizia Benitez Muro

Serata con tema "La donne di Juarez", dedicata al femminicidio ancora senza soluzione che negli anni '90 ha interessato questa città del Messico.

18 dicembre 2007 - Marcello Aguidara

Si terrà al Vag61, in via Paolo Fabbri 110, alle ore 20.30, la proiezione del documentario "The city where women are disposable", nell'ambito dell'incontro "La donne di Juarez". Il documentario è prodotto dall'associazione "Nuestras Hijas de Regreso a Casa", fondata da un gruppo di madri, famiglie ed amici delle vittime del feminicidios en Ciudad Juárez, fenomeno poco approfondito dai media e che merita una particolare attenzione. Dal 1993, nella città di Juarez dello stato federale di Chihuahua, in Messico, sono stati denunciati più di 600 sparizioni di donne, per lo più tra i 17 e i 22 anni, delle quali solo 470 sono state ritrovate, dopo giorni o anche mesi, brutalmente assassinate in terreni abbandonati. La polizia messicana ha sempre trattato il fenomeno in maniera superficiale: per ovviare a tali carenze, molte associazioni sono nate per spingere l'opinione pubblica nella scoperta della verità e nella soluzione del problema. Anche cantanti famosi come Tori Amos hanno fatto conoscere, con la loro arte, il tragico fenomeno de "las muertas de Juárez" e il cinema se ne è occupato ripetutamente, attraverso documentari (Señorita Extraviada, 2001, di Lourdes Portillo; Border Echoes, 2005, di Lorena Mendez) e opere di fiction (Bordertown, 2007, di Gregory Nava, con Jennyfer Lopez ed Antonio Banderas). L'associazione "Nuestras Hijas de Regreso a Casa", che significa letteralmente "Le nostre figlie per tornare a casa", produce questo ennesimo documento raccogliendo le testimonianze di medici, famiglie, conoscenti e figli delle vittime, svelando le corruzioni e le inefficienze della polizia federale di fronte ad una strage di proporzioni sempre più ampie. La visione verrà seguita dall'incontro con Patrizia Benitez Muro, invitata a Bologna dall'associazione Ollin e appartenente all'organizzazione di Città del Messico "Hispacio ciudadiano".