Campagne pubblicitarie, iniziative, giornate mondiali, cortei e manifestazioni: sono questi i nuovi modi per dare forza anche alla voce di tutte le donne che sono stanche di subire violenza e restare in silenzio.
A distanza di circa 20 giorni dalla manifestazione e dalla giornata mondiale contro la violenza sulle donne, vengono fuori i risultati: oltre centomila donne hanno preso parte al corteo di Roma e hanno dato voce alla loro lotta contro la violenza.
La manifestazione messa in piedi da un gruppo di collettivi femministi, tra cui Amatrix, Libellule, Feramenta, Associazione femminista via dei Volsci, "ha risposto alla prevaricazione di soggetti istituzionali e partitici che, con politiche familiste e sessiste, hanno disconosciuto la libertà di scegliere delle donne", come riporta un comunicato delle sigle organizzatrici.
Il corteo, affollato anche da donne islamiche e rom, vantava una scenografia di striscioni e slogan anche contro il "pacchetto sicurezza" approvato dal governo (Se la violenza è sotto al tetto cosa faccio con questo pacchetto?) e contro le parlamentari di Forza Italia, la Prestigiacomo e la Carfagna allontanate dal corteo insieme a due cronisti uomini.
"La nostra lotta contro la violenza passa necessariamente attraverso la libertà e l'autodeterminazione delle donne e delle lesbiche, messe in discussione da una proposta di modifica peggoirativa della 194, dal mantenimento della legge 40, dalle politiche pro famiglia avanzate dal governo grazie all'istituzione di un ministero ad hoc, dal pacchetto sicurezza".
Antifasciste, antirazziste, antisessiste, femministe e arrabbiate.
Queste sono le donne della manifestazione: non vogliono uomini (l'intero genere maschile, a dire la verità) a marciare con loro, perchè quella contro cui si ribellano è una violenza dell'uomo sulla donna.
"Quando le donne dicono no, vuol dire no": no, alla mercificazione dei loro corpi; no, alla limitazione della libertà femminile di scegliere; no, alla strumentalizzazione; no, all'incoerenza della legge.
Ciò che viene fuori dalla giornata che ha visto protagonista questo movimento, è la proposta per un'assemblea nazionale a Roma il 12 Gennaio, come luogo di incontro e di relazione, strumento utile per dare continuità al movimento.