Il mondo universitario francese negli ultimi giorni é in subbuglio. La protesta contro la LRU (Legge sulla libertà e la responsabilità delle Università ) si sta allargando a macchia d’olio. Questo nonostante i primi sintomi di ribellione, nei primi di novembre, siano stati immediatamente sedati nell’università di Tolbiac di Parigi per evitare che il moto si espandesse. Hanno subito occupazioni, invece, tra le altre, le università di Parigi (anche la prestigiosa Sorbona), Nantes, Toulouse, Rennes, Lille, Tours, Rouen, Caen, Strasbourg, Lyon, Nancy, Perpignan.
La proposta, approvata sotto un certo clima di silenzio l’ 11 agosto 2007 su iniziativa del ministro dell’università e della ricerca Valerié Precresse, costringe le università a raggiungere un’autonomia di bilancio, permettendo loro di divenire proprietari di beni immobiliari: in pratica in direzione della privatizzazione. Le maggiori sigle che raggruppano gli interessi degli studenti si sono mobilitate nella direzione dell’abrogazione della LRU e nella modifica di alcune leggi in direzione dell’eliminazione della precarietà dei lavori scolastici e della gratuità dell’istruzione superiore. Sarkozy ha finora tenuto duro, nonostante le proteste si siano allargate su innumerevoli fronti, a loro volta con un bacino sempre più ampio: secondo il governo del primo ministro Fillon tali riforme sono necessarie e non più rimandabili. Ma gli studenti temono che la LRU faccia entrare un elemento fondamentale come l’istruzione in un circuito commerciale. Per questo le assemblee generali delle università diventano giorno dopo giorno sempre più folte e sembra non sortire effetto le iniziative antisommossa della polizia francese.
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