Lo scorso 11 novembre le reti e le associazioni dei migranti e antirazziste si sono riunite e Brescia per dare continuità al percorso che, passando per le iniziative di varie città, compresa Bologna, è culminato nella grande manifestazione bresciana del 27 ottobre. Dopo quella data in varie città italiane è stata promossa la nascita di comitati che, in modo coordinato, il 1° dicembre porteranno in piazza le istanze dei migranti. Affinché questo percorso trovi risposta anche a Bologna, Il Coordinamento Migranti Bologna e Provincia propone a tutte le organizzazioni, le associazioni, le realtà del movimento di incontrarsi mercoledì, 21 novembre, alle ore 21, presso l’xm 24 di via Fioravanti.
A quasi due anni dalla sottoscrizione dell'accordo tra Ministero dell'Interno e Poste Italiane per il rilascio e il rinnovo dei permessi di soggiorno, l'assemblea nazionale delle reti migranti e antirazziste ha infatti indetto una giornata di mobilitazione per sabato 1 dicembre in tutte le città- con presidi, iniziative davanti alle Poste e a quegli enti e istituzioni che gestiscono le pratiche - per cancellare l'attuale Protocollo. Si tratta di un protocollo stipulato tra il governo Berlusconi e le Poste, che l'attuale governo non mostra alcuna volontà di abrogare, un protocollo che rapina i/le migranti perché estorce loro, familiari compresi, più di 70 euro per il rinnovo di ogni permesso di soggiorno, spesso consegnato anche a distanza di un anno. Tanto più che i rinnovi dei permessi di soggiorno sono collegati a contratti di lavoro spesso precari, che richiedono cioè il pagamento del rinnovo più volte in brevi periodi.
Il Protocollo con le poste è solo l'ennesima dimostrazione dell'adozione di procedure diverse per chi viene considerato cittadino di seconda categoria: basti pensare che per la carta di identità si pagano pochi euro e viene consegnata in giornata. E' ora che questa ingiustizia abbia termine e che vengano introdotti permessi di soggiorno rinnovabili a costi bassi, tramite pratiche semplici, trasparenti e relativamente rapide.
A peggiorare la situazione, il nuovo decreto flussi varato dal governo contribuirà a mantenere in condizioni di "clandestinità e irregolarità" centinaia di migliaia di migranti. Annunciare la disponibilità di posti di lavoro in Italia, suddivisi per quote e nazionalità, per chi si trova nel proprio paese d'origine significa infatti riprodurre ancora una volta quell'atteggiamento ipocrita che fa finta di non vedere che i/le migranti che presenteranno domanda sono già presenti sul territorio italiano, lavorano e sono sfruttati senza avere diritti.
La mobilitazione del 1 dicembre, così come l'incontro bolognese del 21 novembre, mettono dunque l'accento sull'urgenza di cancellare quei protocolli, decreti o leggi che favoriscono l'"irregolarità " dei/delle migranti. In questa prospettiva i/le migranti non devono più essere visti/e come pura e semplice forza-lavoro flessibile, ricattabile e senza diritti e dignità. Ciò che le reti e le associazioni dei migranti e anti-razziste richiedono è in sostanza una regolarizzazione permanente dei/delle migranti presenti sul territorio, che li faccia uscire dall'infernale condizione della "clandestinità ". La speranza è dunque che la mobilitazione del 1° dicembre come le iniziative che la precedono contribuiscano a produrre una svolta importante e positiva in questo senso.