Poche settimane fa un incendio al Campo Profughi del Trebbo


20 novembre 2007 - Valerio Monteventi

Dopo il tragico rogo avvenuto nella giornata di ieri, oggi sono stato informato da compagni di Castelmaggiore che un episodio analogo, per fortuna senza vittime né feriti si era verificato, nel fine settimana di Ognissanti, quando nel Centro di Prima Accoglienza per profughi del Comune di Bologna, situato nel territorio di Trebbo di Reno, ha preso fuoco un container abitato da una famiglia di 7 persone (padre, madre e 5 figli).
Il fatto è avvenuto di notte e la causa pare sia dovuta a un guasto della stufetta elettrica che la famiglia Zorjani, come tutte le altre famiglie del campo, usava per fronteggiare il freddo terribile che fa nei container.
Per puro caso non è avvenuto l'irreparabile. La zona del prefabbricato in cui si è sviluppato l'incendio è quella in cui solitamente dormono i 5 bambini che, quella notte, non facendocela più per la temperatura rigida erano andati a dormire con i genitori.
Il container è andato completamente distrutto e ora alle altre persone che vivono nel campo viene intimato di non avvicinarsi ai resti, perché sono nocivi. C’è da chiedersi se il motivo della nocività sia dovuto dalla presenza di amianto in questi fabbricati!
La famiglia Zorjani è stata ospitata fino a venerdì 16 novembre dai parenti, in attesa che il Comune di Bologna facesse gli allacciamenti delle utenze in un alloggio di Via della Canapa.
Nell'incendio, la famiglia ha perso ogni cosa e, fino a domenica scorsa, il bambino di 18 mesi aveva gli stessi vestiti della notte dell'incendio.
Il Comune di Bologna si è preoccupato di reperire un alloggio (ovvero i muri) mentre non c’è stato nessun aiuto per quanto riguarda il mangiare, i vestiti, l'essenziale per rendere vivibile una casa.
Oltre ai muri, è stato garantito il trasporto scolastico dei bambini alle scuole di Castelmaggiore.
Solo grazie all'intervento dei volontari del Coordinamento “Il Mondo è la mia casa”, Harambè e Caritas ora la famiglia Zorjani ha l'essenziale per vivere.

E’ bene ricordare che il Centro di Prima Accoglienza di Trebbo non è un accampamento abusivo, ma il Comune di Bologna è l’ente gestore di quel campo e, quindi, dovrebbe essere responsabile della sicurezza degli impianti e delle persone. E dovrebbe prendersi cura degli eventuali disagi provocati da incidenti fatti scoppiare a causa della situazione molto scadente, per quanto riguarda la sicurezza delle strutture.

Sono di pochi giorni fa le polemiche tra l’assessore Paruolo e il sindaco di Castelmaggiore sulla chiusura del Centro Profughi per fare posto allargamento del Canile Municipale, senza nessuna prospettiva certa per le persone che lì abitano e che dovrebbero essere trasferite.

Perché la notizia dell’incendio è stata tenuta segreta?

E’ tollerabile che in un Centro d’Accoglienza comunale si vivano condizioni simili e con i medesimi pericoli di un accampamento abusivo o di una baraccopoli?

La ragione non è forse sempre la stessa? E cioè: quando si ha davanti dei rom (siano essi rumeni, serbi, bosniaci o kosovari)non li si ritiene persone con i medesimi diritti dei “cittadini normali”.