Cinema - presentazioni

Storia di un'anima

Mercoledì 14 novembre, alla Galleria La Pillola di Via Mascarella 37, alle ore 19, ci sarà un aperitivo con prodotti della tradizione siciliana. Alle ore 21, all'aula 2 di Via Mascarella 81/a, si terrà la proiezione di "Storia di un'anima", un film di Marcello Tedesco.

12 novembre 2007

Il film si propone di osservare la reazione di una piccola comunità di pescatori siciliani di fronte ad uno dei tanti episodi di naufragio d’immigrati clandestini.
Negli ultimi anni, in Italia, sono stati prodotti diversi film e documentari che indagano le radici del dramma dell’immigrazione. Cosa succede, invece, tra coloro che “assistono” a questo fenomeno, tra le piccole comunità costiere che vedono stravolta la loro ordinaria quotidianità? Quali sono le reazioni, per nulla scontate e omogenee, degli abitanti del luogo di fronte a tali immani tragedie?
Lungi dal volere dare giudizi morali o da atteggiamenti didascalici, Marcello Tedesco, giovane filmaker bolognese, alla sua terza esperienza cinematografica, trae ispirazione da queste vicende drammatiche che caratterizzano l’Italia negli ultimi anni, per offrire alcuni spunti di riflessione sulle dinamiche sociali, sui comportamenti, sulle logiche di conservazione che possono prevalere e mettersi a nudo in una comunità di fronte a simili eventi.

Da un intervista a Marcello Tedesco: "Ho fatto questo film, per altro diversissimo dai precedenti, perché mi interessava dare una risposta alle opinioni che un po’ tutti hanno sull’idea di immigrato o di immigrazione. Ho fatto un film dove gli immigrati (quelli che sbarcano sulle coste italiane) non vengono mostrati neanche una volta, neppure un’inquadratura, niente, assenti. Perché? Perché considero un popolo migrante anche quello stanziale, in quanto è costretto suo malgrado a fare fronte all’impatto degli immigrati, impatto che produce uno spostamento innanzitutto nel modo in cui fino a poco prima il cosiddetto popolo stanziale pensava se stesso, la propria natura. Nel mio film mostro questa nuova forma di migrazione, e la possibilità di pensarsi come popolo migrante e non come popolo che si difende dagli immigrati".