Il dibattito sulla bioetica

Il Papa propone l'obiezione di coscienza per i farmacisti

La risposta di Federfarma: "E' anacronistico pensare alla possibilità per i farmacisti di esercitare l'obiezione di coscienza quando si tratta di vendere ai cittadini farmaci eticamente sensibili".

6 novembre 2007 - Antonio Fagioli

Papa, obiezione coscienza per farmacisti
L'obiezione di coscienza è "un diritto che deve essere riconosciuto alla vostra professione, permettendovi di non collaborare direttamente o indirettamente alla fornitura di prodotti che hanno per scopo scelte chiaramente immorali come per esempio l'aborto e l'eutanasia". Lo ha detto il 29 ottobre 2007 papa Benedetto XVI ricevendo in Vaticano i farmacisti cattolici convenuti a Roma in occasione del loro Congresso mondiale dal titolo 'Le nuove frontiere dell'atto farmaceutico'. Il Papa ha chiesto ai farmacisti di essere consapevoli degli effetti che hanno alcune molecole, create con lo scopo di evitare "l'annidamento di un embrione" o "abbreviare la vita di una persona". La vita, ha ripetuto Benedetto XVI, "deve essere protetta dal suo concepimento alla sua morte naturale. Lo sviluppo attuale degli strumenti medicamentali e delle possibilità terapeutiche che ne derivano - ha spiegato il Papa - chiedono ai farmacisti di riflettere sulle funzioni sempre più ampie che sono chiamati a svolgere in quanto intermediari tra il medico e il paziente". I farmacisti hanno "un ruolo educativo nei confronti del paziente, per un uso giusto della cura medica e soprattutto per far conoscere le implicazioni etiche sull'utilizzo di un determinato farmaco".

La risposta di Federfarma: l'obiezione è anacronistica
E' anacronistico pensare alla possibilità per i farmacisti di esercitare l'obiezione di coscienza quando si tratta di vendere ai cittadini farmaci eticamente sensibili". Lo ha dichiarato Franco Caprino, segretario di Federfarma. "Esprimiamo ovviamente rispetto per le parole del Papa. Ma oltre a non essere legale, l'obiezione di coscienza per i farmacisti è inattuabile. In Italia come in ogni altro paese". Secondo Caprino, infatti "interferirebbe con il lavoro e le decisioni del medico. E costringerebbe i cittadini alla caccia della farmacia in cui si possono acquistare i medicinali oggetto di obiezione. Una soluzione - conclude Caprino - che neppure i cittadini capirebbero o accetterebbero". Federfarma ricorda che "se si vuole dare al farmacista la possibilità di rifiutare la consegna di un farmaco per motivi di coscienza è necessario che sia modificata la legge attuale che obbliga il farmacista, dietro presentazione di ricetta medica, a consegnare il farmaco o a procurarlo, se non disponibile, nel più breve tempo possibile". Una eventualità che però, secondo la Federazione, creerebbe alcuni problemi. "Da un punto di vista scientifico - dice una nota di Federfarma - sarebbe comunque difficile individuare a quali farmaci applicare l'eventuale obiezione di coscienza. Il farmacista obiettore potrebbe rifiutarsi di consegnare non solo, ad esempio, la pillola del giorno dopo - commenta - bensì anche molti altri farmaci che contengono lo stesso principio attivo, come la comune pillola anticoncezionale o medicinali per problemi ormonali".