Rifondazione comunista smonta con i numeri il teorema dell'allarme sicurezza dovuto alla presenza di rumeni a Bologna. Secondo il settore Statistica del Comune, infatti, al 30 giugno 2007 c'erano 2.947 persone d'origine rumena sotto le Due Torri, rispetto alle 1.751 segnalate al 31 dicembre 2006, con un trend in crescita causato dall'apertura delle frontiere nel gennaio scorso. In tutta la Provincia, invece, l'Osservatorio delle immigrazioni ha calcolato a fine 2006 ben 5.642 rumeni: la crescita e' nell'ordine del 21,8% rispetto alle 4.632 persone registrate nel dicembre 2005.
Non basta. I rifondaroli citano ancora l'Osservatorio provinciale, che alla data del 30 novembre 2006 registrava 147 famiglie all'interno dei campi disseminati nel territorio della provincia: di queste ben 101 sono però nuclei di italiani.
Su 2.122 nuovi giunti nel carcere della Dozza di Bologna, da agosto 2006 a settembre 2007, l'etnia romena si piazza al terzo posto, con 199 persone dietro le sbarre (sono in tutto 5.642 i romeni censiti nel territorio provinciale al 31 dicembre 2006). Prima di loro ci sono solo gli italiani, con 646 carcerati e i marocchini che si attestano a quota 385. Quarta in classifica, invece, l'Algeria con 174 detenuti.
Sono questi i dati, forniti dal Garante per i diritti dei detenuti del Comune di Bologna, che sono stati presentati oggi in conferenza da Rifondazione Comunista di Bologna.
Demolita l'equazione tra rumeni e delinquenza, il Prc annuncia la mobilitazione contro il decreto d'urgenza del Governo, che a Bologna ha conosciuto la sua prima applicazione sabato scorso, con lo sgombero delle baracche in zona Prati di Caprara.
Intanto, le ruspe lavorano anche a Bologna, mentre rom e rumeni scappano dalla città. Racconta Sebastian Zlotea, del Circolo migranti del Prc; "Ieri ne ho visti almeno cinquanta con i miei occhi".
"Quello è un decreto razzista- scandisce Monica Sabattini, responsabile Immigrazione della segreteria provinciale del Prc- che avvia la persecuzione mirata di un intero popolo". Un "errore che spalanca le porte allo squadrismo – aggiunge - ormai manca solo la riapertura dei campi di concentramento".
Tra le iniziative che Rifondazione ha in mente, c'è un massiccio volantinaggio e una serie di dibattiti, "per creare un movimento, non solo a Bologna di tutela di rom, rumeni e sinti".