Diritti per i più deboli

La Garante Desi Bruno solleva il caso di una donna migrante espulsa

In un comunicato stampa la Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Bologna chiede di fare luce sul caso di espulsione di una giovane donna marocchina dal territorio nazionale.

2 novembre 2007

Con la presente sono ad esprime preoccupazione per la sorte di B. N., cittadina marocchina nata il 7/9/83, trattenuta al CPT di Bologna dal 22 ottobre c.a., e prelevata da personale della Questura alle 17.30 del 30 ottobre per essere rimpatriata.
La sig.ra B., persona affetta da problemi di etilismo cronico e disturbo borderline di personalità, era in procinto di essere ricoverata presso la struttura di Villa Rosa, sita in Modena, a seguito di valutazione della psichiatra del Dipartimento di Salute Mentale. Il ricovero sarebbe dovuto avvenire entro la settimana in cui è avvenuta l’espulsione entro il 3 novembre 2007.
Dalla documentazione a me trasmessa dal CPT di Bologna risulta che era conclamata la situazione di personale difficoltà nonché l’appartenenza ad un contesto socio-familiare di provenienza estremamente negativo.
La signora B. anche a me personalmente, ha riferito in data 26 ottobre u.s. di essere terrorizzata per il ritorno in Marocco, per le minacce di morte subite dai familiari per le ragioni descritte nella relazione autobiografica che allego alla presente.
In data 29 ottobre risultano trasmessi dal CPT di Bologna all’ufficio immigrazione i seguenti documenti:
· Comunicazione del medico del CPT alla direzione con la quale si rappresenta la situazione clinica della paziente e si evidenzia la necessità del ricovero, così come richiesto dai sanitari esterni che hanno avuto in cura la B.;
· Valutazione clinica del medico del Dipartimento di Salute Mentale dell’Ausl di Bologna;
· Relazione autobiografica della sig.ra B.;
E’ del tutto evidente che, nonostante la presenza di un titolo valido per l’espulsione, l’invio della suddetta documentazione da parte di personale medico qualificato e la necessità di un collocamento in una struttura psichiatrica costituivano elementi sopravvenuti di cui l’ufficio immigrazione doveva tener conto ai fini di valutare la permanenza della sig.ra B. sul territorio per le ragioni descritte.
Questo ufficio esprime preoccupazione per l’incolumità e per lo stato di salute della sig.ra B. e per questo ha chiesto al Sottosegretario con deleghe all'immigrazione, al Prefetto, al Questore, all'Ufficio Immigrazione, di attivarsi per verificare che la stessa sia in condizioni di sicurezza nel paese di origine trasmettendo ogni opportuna indicazione alla competenti autorità locali affinché venga tutelata nella sua integrità psicofisica e sottoposta alle cure necessarie.
Bologna, nov 2, 2007

Avv. Desi Bruno
Garante dei diritti delle persone private della libertà personale
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