Il dibattito nel centro-sinistra in città

La situazione politica bolognese è melmosa

Dove metti il piede, affondi. Forse è utile ristabilire alcuni punti fermi. Eccone proposti sette più un invito a non commettere un errore.


31 ottobre 2007 - Rudi Ghedini

melma e fango Melmosa e confusa: ecco come mi viene da definire la situazione politica bolognese. Dove metti il piede, affondi. Forse è utile ristabilire alcuni punti fermi.
Uno: nei mesi scorsi il sindaco Cofferati ha cercato di stringere un “patto per la sicurezza” con AN; oggi dice che non c’è niente di scritto, e il capogruppo di AN ribatte mostrando le carte che si sono scambiati.
Due: dopo essersi rifiutato di prendere in considerazione le primarie per la scelta del futuro candidato a sindaco, quasi offeso per il fatto di essere sottoposto a questo giudizio di gradimento, Cofferati si è detto disponibile alle primarie.
Tre: sia sul “patto sulla sicurezza” che su altri temi, alcuni assessori (a suo tempo scelti dal sindaco) si sono sentiti nella necessità di criticare l’operato di Cofferati; è stata convocata una giunta risolutiva, che si è svolta la settimana scorsa; un secondo e ancor più risolutivo appuntamento era convocato per oggi, ma Cofferati l’ha spostato al 5 novembre.
Quattro: all’inizio di ottobre, sei consiglieri che si firmano “Sinistra in Consiglio”, dopo aver presentato un documento fortemente critico sull’azione amministrativa di sindaco e giunta, e qualche giorno dopo hanno dichiarato di sentirsi liberi dal “vincolo di maggioranza”.
Cinque: Cofferati, rimasto col sostegno dei 23 consiglieri del PD, dunque senza i numeri per governare, ha reagito affermando che sarebbe andato avanti comunque, poi si è corretto sostenendo la necessità di ricostruire una maggioranza consiliare, per concludere che in caso contrario si aprirebbe la strada alle elezioni anticipate.
Sei: l’ex partito del sindaco (DS) ha sempre obbedito diligentemente, mentre dal nuovo partito del sindaco (PD) vengono numerosi segnali di irritazione per le manovre spericolate di Cofferati.
Sette: il sindaco si è detto disponibile a discutere il documento di “Sinistra in Consiglio” in tempi utili per la definizione del bilancio del Comune; un incontro è previsto in tempi brevi.

Credo sia lecito dedurre da questi dati di fatto che la posizione di Sergio Cofferati non è mai stata così debole. Se si aggiungono i sondaggi (persino Repubblica gli attribuisce un gradimento inferiore al 40% dei bolognesi), si può concludere che le ultime retromarce siano dettate dall’imperativo categorico di recuperare consenso.
Trovo convincente anche l’analisi proposta dal capogruppo di AN, per come la riporta Repubblica: “Forse parlando con noi, Cofferati pensava di liberarsi di Rifondazione, e invece gli è scoppiata in mano tutta la maggioranza. Soprattutto tre dei suoi assessori gli si sono rivoltati contro. Una cosa mi vista”. In altri termini, Cofferati avrebbe tentato di fare a meno di chi sta a sinistra del Partito Democratico, a concretizzare la “vocazione maggioritaria” di cui parla Veltroni, riproponendo Bologna come laboratorio politico, ma la situazione gli è sfuggita di mano.
Ora, in queste condizioni di estrema debolezza dell’interlocutore, credo e spero che davanti al sindaco i sei di “Sinistra in Consiglio” non commettano l’unico errore che troverei imperdonabile: dividersi.