Il dibattito politico sul crollo di consensi del primo cittadino

Cielo plumbeo e tornasole su Bologna

Secondo Bifo, due sondaggi recenti danno l'attuale sindaco perdente. Ma al di là delle cifre, sconfortanti, l'effetto della cura Cofferati è la paralisi di ogni capacità politica e progettuale in città. Berardi propone un ritorno alla rete civica: rifondare Iperbole lanciando una serie di blog tematico-programmatici. Per dimenticare Cofferati, per re-immaginare Bologna, a partire dalle questioni essenziali.
28 ottobre 2007 - Franco Berardi (Bifo)

cielo plumbeo E' difficile capire perché il partito democratico ha deciso di sposare a livello nazionale una linea securitaria che è già fallita disastrosamente nella sua sperimentazione bolognese. Mentre Amato cerca di imporre ad un governo agonizzante un pacchetto legislativo paranoico e inefficace.
Cofferati è alla frutta. Non ha più una maggioranza, perfino alcuni assessori lo hanno scaricato. Ha litigato perfino con il questore e il prefetto.
Due sondaggi recenti danno l'attuale sindaco perdente. Ma al di là delle cifre, sconfortanti, l'effetto della cura Cofferati è la paralisi di ogni capacità politica e progettuale.
Cielo plumbeo.
Occorre urgentemente lanciare una congiura del tornasole.
Tornasole, come la cartina che permette di segnalare un disagio.
Ma anche tornasole come dopo le nubi, quando il vento si leva e ripulisce l'atmosfera.

Il Coffy-bashing non è più interessante. Parliamo d'altro.
Le questioni che la gestione Cofferati ha lasciato marcire vanno oggi riprese direttamente dai cittadini rovesciando l'approccio emergenziale e paranoide che ha dominato negli ultimi anni.
Per prima cosa occorre dimenticare la filosofia deleteria che si esprime nelle parole "Tolleranza zero" (che ha come corollario: intolleranza a mille), dopo di che si devono individuare alcune questioni cittadine ad alta valenza simbolica e di urgenza concreta, per elaborarle attraverso la creazione di una rete di blog cittadini che diventino il cervello collettivo di un rinascimento post-partitario a Bologna. Il programma elettorale si elabora attraverso questa rete, la lista progettuale che costituiremo per le prossime elezioni avrà nella rete il suo ambiente di formazione.

Bologna è stata la prima città in cui, a metà degli anni '90, venne lanciata la rete civica. Iperbole fu ambiente di sperimentazione tecno-comunicativa, e attivatore della cultura digitale.
Nell'era Cofferati Iperbole è ben poca cosa: basti pensare al fatto che il 28 e 29 dello scorso mese di giugno si è tenuto a palazzo comunale il Forum Società della Conoscenza Telecities presieduta come è naturale dal sindaco.
Società della conoscenza" è un titolo che lascia immaginare grandi orizzonti tematici, ma si rimane un po' delusi nell'apprendere che l'argomento principale (anzi l'unico) del convegno è stato la videosorveglianza.
Nel 1994 a Bologna si svolse il convegno Cibernauti, finanziato dal Consorzio università Città, allora diretto da Oscar Marchisio. Al convegno parteciparono Pierre Levy e Kim Veltman, Alberto Abruzzese e Norman Spinrad, Franco Piperno e Derrick de Kerkhove, Paolo Virno Christian Marazzi e altri. Mediologi, tecnologi, storici dell'arte, scrittori di fantascienza animarono il clima che Stefano Bonaga, allora assessore ai problemi dell'innovazione e della trasparenza, seppe sintetizzare con intuito politico anticipatore: la rete in quegli anni venne intesa come ambiente di partecipazione politica, di vita intelligente, di tolleranza e di arricchimento reciproco.
Tredici anni più tardi, nell'immaginazione paralitica dei nuovi amministratori, la rete è diventata uno strumento per la sicurezza.
L'ossessione securitaria riesce così a pervertire le risorse della ricerca innovativa, oltre che inquinare la psiche collettiva.
Il liberismo illuminato, che aveva reso possibile durante gli anni Novanta un'alleanza instabile ma dinamica tra lavoro cognitivo e capitale ricombinante si è mutato nella paranoia guerresca securitaria, e il sistema pubblico riesce a vedere la rete solo come strumento di controllo.
Secondo gli organizzatori del Forum sulla società della conoscenza "La prospettiva di maggior interesse per le città è costituita dal disporre di un insieme ampio di videocamere distribuite su reti, anche wireless, e dotate di software che permetta l'analisi in tempo reale dei flussi video e in grado di individuare in maniera automatica e intelligente pericoli per la sicurezza dei cittadini (come comportamenti criminali ma non solo)"
Bisogna essere davvero sociopatici per pensare l'aspetto più interessante della conoscenza consista nello spiare la vita quotidiana della gente. La fissazione securitaria accentua la diffidenza laggressività e l'intolleranza, riducendo bel poco il pericolo di aggressione.
Nel 2004, quando il dopo Guazzaloca appariva nelle illusioni come un Rinascimento libertario, si parlò di istituire un Assessorato alla tenerezza, istituzione destinata ad affrontare in maniera collaborativa, amichevole, creativa, le tensioni, i conflitti le incomprensioni che derivano dal mutamento sociale e dalla nuova composizione culturale della città.
Era un modo non troppo ingenuo di porre la questione della "sicurezza" in termini non paranoici. Solo l'amicizia garantisce che il clima sociale possa sfuggire all'aggressività. Moltiplicare i poliziotti e le videocamere, armare i vigili urbani contribuisce soltanto a rendere il clima più aggressivo.
Ora torniamo alla rete civica: rifondiamo Iperbole lanciando una serie di blog tematico-programmatici. Per dimenticare Cofferati, per re-immaginare Bologna, a partire dalle questioni essenziali:

- La questione dell'accoglienza per i lavoratori stranieri.
- La questione della casa per gli studenti fuori sede.
- La questione del traffico e della congestione cittadina.
- La questione della scuola e della formazione.
- La questione della produzione culturale.
- La questione della creazione di spazi pubblici.

Su ciascuno di questi punti avvieremo una dinamica nuova, basata sulla rete.