lunedì 29 ottobre
c/o Vag 61 in via Paolo Fabbri 110 (sotto il ponte di S. Donato)
a partire dalle ore 19 > mostra di materiali, proiezioni, aperitivo e cena sociale
ore 21 > dibattito
con Cristina Morini, tra gli ideatori di City of Gods; Gigi Roggero, ricercatore attivo nelle lotte universitarie e non solo; Davide, attivista del csoa Askatasuna; interventi in definizione di altre realtà antagoniste; e chiunque voglia intervenire
Il 9 novembre, uno sciopero generale nazionale diffuso sul territorio, vedrà coinvolte centinaia di reti sociali e realtà lavorative. Questa importante scadenza politica può rivelarsi anche un' occasione utile per ripensare lo “sciopero” e le sue forme all'altezza del presente: un compito tanto più necessario di fronte alle impetuose trasformazioni degli assetti e della geografia della produzione capitalistica.
Quali forme può assumere uno “sciopero metropolitano”? Come bloccare i processi produttivi nello spazio urbano? Quali tattiche, oggi, potrebbero essere efficaci? Alcune recenti esperienze di lotta possono fornire preziosi elementi di risposta, o quantomeno utili indicazioni di metodo.
Nel 2006, in Francia, il movimento di lotta contro il CPE ha saputo produrre una paralisi quasi completa dei flussi di produzione e circolazione; allo stesso tempo ha saputo sperimentare pratiche “tradizionali” in contesti nuovi. Ripensare quelle lotte è più che mai tappa obbligata di ogni attuale tematizzazione dello sciopero.
Nel 2007, in Italia, durante la lunga vertenza contrattuale dei giornalisti e i duri e prolungati scioperi che l'hanno accompagnata, i creatori di City of Gods hanno approfittato del blocco della produzione di informazione per una vera e propria azione di “guerriglia informativa”. È nato così un esperimento di comunicazione e conflitto che si prepara alla quarta uscita in vista del 9 novembre.
Anche le pratiche sperimentate negli scorsi mesi a Rostock-Heiligendamm e Copenhagen, sebbene non direttamente legate alla forma “sciopero”, meritano di essere prese in considerazione: tanto la resistenza passiva e il blocco dei flussi sperimentati con successo in Germania, quanto la tattica delle 5 dita, ripensata a Copenhagen per lo spazio urbano, tracciano nuovi orizzonti per gli scioperi di domani.
Discuteremo insieme di queste pratiche e dei conflitti che hanno prodotto, ma anche delle esperienze soggettive di chi li ha attraversati: verso il 9 novembre e oltre...
a cura di
network della comunicazione antagonista Malabocca
malabocca@canaglie.org – www.inventati.org/malabocca
assemblea ogni giovedì alle 21 a Vag61- via Paolo Fabbri 110
> Da Vagamondo: ascolta la presentazione dell'iniziativa e l'intervista a Vittorio Sergi di Ya Basta
> Da Radioboom: ascolta l' intervista a Gigi Roggero, ricercatore dell'università di Cosenza.