Il governo poliziesco della città di Bologna

La matematica secondo lo sceriffo Cofferati

C’è tanta voglia di “questura” nei dati che il sindaco ha snocciolato alla stampa nei giorni scorsi sull’attività dei vigili urbani negli ultimi mesi, sempre più percepiti dal primo cittadino come un suo corpo di polizia. E, intanto, i problemi reali della città sono ancora tutti in fila senza nessuna risposta concreta.

22 ottobre 2007 - Gualtiero Manin

coffy e i pard Sergio Cofferati ha dato i numeri, quei numeri che ogni tanto ogni amministrazione comunale deve dare per provare l'utilità della sua esistenza, per allargare il consenso sul suo operato e sulle proprie linee politiche.
Aspettavamo ansiosi che ci snocciolasse i numeri sugli asili nido - insufficienti rispetto alle reali esigenze e alla presenza di una consistente lista di attesa - presenti in città, che ci riferisse sulla situazione e sui costi – elevati - dei servizi di trasporto pubblico; aspettavamo trepidanti i numeri sulla - scarsa - sicurezza dei molti cantieri edili aperti a Bologna e sui diversi cantieri dell’Alta Velocità; ci domandavamo cosa avrebbe fatto l'Amministrazione per tutelare la fascia degli studenti fuorisede dall' impoverimento e dagli speculatori dell'affitto in nero e per frenare l'emorragia di iscrizioni all’Università che, negli ultimi anni, avanza progressivamente; ci chiedevamo infine che percorso facessero i – molti - soldi delle elevate imposte comunali pagate dagli abitanti (sotto le Due Torri c’è un IRPEF tra le più alte d’Italia).
Oggi, scopriamo che al Sindaco Cofferati non interessano questi numeri, non sappiamo nemmeno se siano nella sua agenda politica. Allo Sindaco-sceriffo interessa ben altra matematica, equazioni di ordine, cifre di facciata, grafici che mascherano la sua pessima gestione di una città.
Sentiamolo allora, il “Cinese”, in questa sua dichiarazione di efficienza; per conto nostro ci sia data la possibilità di nutrire dei dubbi sulla reale portata sociale di tali statistiche: da Maggio a Settembre sono 122 gli sgomberi effettuati a Bologna dalle forze di Polizia Municipale in "partnership" con la Polizia di Stato e i Carabinieri, per un totale di 623 persone identificate e 329 beni sequestrati, con l'esigenza di "tutelare" queste virtuose azioni da quelli che hanno provato a tornare e a rioccupare abusivamente i luoghi del "degrado".
Ma i "fischietti" del comune non si sono limitati a ciò. Sono stati infatti effettuati ben 11 verbali antiprostituzione con 73 persone identificate per un totale di 33 agenti impiegati, inoltre sono stati identificati ben 7 pericolosi lavavetri nell'ambito dell’operazione “parabrezza pulito” con un totale di 24 vigili impiegati.
Sono 8, invece, le operazioni anti-spaccio e anti-borseggio che hanno portato all'arresto di 13 persone e di 80 identificazioni. E ancora, 5 quelle per la sicurezza stradale (con 158 identificazioni e 54 verbali) e 22 quelle contro la contraffazione e contro l'abusivismo. Solo nel centro storico gli agenti impegnati sono stati 2.196 (chissà quanti vigili sono stati impiegati davanti alle scuole e nel dirigere il caotico traffico) operando 122 interventi, identificando 87 persone ed emettendo 78 verbali. Complessivamente, afferma il sindaco compiaciuto, da maggio a settembre i 2,966 uomini in servizio hanno totalizzato 313 interventi arrivando all'identificazione di 1.128 persone e arrestandone 23.
Non c'è che dire, questi sono numeri forti, numeri che fanno consenso, numeri che ci danno l'ordine di priorità di una gestione comunale.
Ma una domanda ci continua ad assillare a margine di tutto ciò: oltre agli sgomberi, ai sequestri, agli arresti, questa amministrazione che cosa fa per la città?
Abbiamo la tremenda sensazione che questi numeri servano solo a coprire le inefficienze di un’amministrazione che essendo incapace di proporre politiche di sostegno agli abitanti si rifugi in un metafisico concetto di sicurezza per strappare briciole di consenso.