A trent'anni dall'esecuzione di Walter Rossi

Il 30 settembre 1977 Walter Rossi, militante di Lotta Continua, muore a Roma nel corso di un volantinaggio. A ucciderlo un colpo di pistola alla testa, sparato da un gruppo di fascisti coperti dalla polizia.
30 settembre 2007 - Centro di documentazione F.Lo Russo C. Giuliani

Walter Rossi Il 30 settembre 1977 viene organizzato un volantinaggio di protesta nel quartiere della Balduina a Roma in risposta al ferimento da parte dei fascisti, di due studenti e di Elena Pacinelli, 19 anni, colpita da tre proiettili in piazza Igea, luogo di ritrovo del movimento. In viale Medaglie d’oro i compagni di Elena, dopo l’ennesima aggressione partita dalla vicina sede del MSI, vedono un gippone della polizia avanzare verso di loro, seguito da un gruppo di fascisti. Dopo avere aperto il fuoco sui compagni i fascisti lasciano il campo indisturbati mentre la polizia aggredisce chiunque tenti si soccorrere il militante di Lotta Continua Walter Rossi, 20 anni, colpito da un proiettile alla nuca.

Nei giorni seguenti durissime manifestazioni riempiono le piazze e le strade d’Italia e molte sedi fasciste del MSI vengono chiuse col fuoco.
Un imponente corteo di oltre 100.000 persone seguirà i funerali di Walter Rossi. Naturalmente nessun provvedimento giudiziario sarà adottato nei confronti dei poliziotti presenti e complici dell’omicidio e quindici fascisti, fermati solo ad ore di distanza dall’agguato, saranno rilasciati ben presto, nonostante uno di loro risulti positivo al guanto di paraffina. Secondo le dichiarazioni di Cristiano Fioravanti, presente all’agguato e arrestato anni dopo per appartenenza ai NAR, autore materiale dell’omicidio sarebbe stato Alessandro Alibrandi (figlio di un noto giudice fascista della capitale), successivamente ucciso in uno scontro a fuoco con la polizia. La vicenda giudiziaria si è conclusa, in via definitiva, nel 2001 con l’incriminazione di tre compagni di Walter per falsa testimonianza e il non luogo a procedere, per non aver commesso il fatto, nei confronti di Cristiano Fioravanti, che ora vive libero sotto altro nome.

La morte di Walter allunga tragicamente la lunga lista di oltre 200 morti tra contadini, operai, studenti, cittadini caduti, per mano delle forze dell’ordine “democratiche” o di neofascisti, nelle piazze e nelle strade d’Italia dopo la fine del secondo conflitto mondiale.
Dalla Strategia della tensione, con le bombe nelle piazze e sui treni, alla Legge Reale che concedeva licenza di uccidere alle forze dell’ordine in risposta agli scontri violenti a cui erano costretti i militanti dell’ultrasinistra dalle aggressioni dei gruppi fascisti, alla strage della stazione di Bologna nel 1980 lo stesso intreccio tra servizi segreti, carabinieri e fascisti ha gestito l’articolazione del comando dello Stato sul territorio garantendo controllo sociale e repressione.

Il risultato della complicità fra la classe politica e le forze di sicurezza ha prodotto la prima tragedia degli anni 2000, con l’ omicidio di Carlo Giuliani durante il G8 di Genova.
La Diaz – Bolzaneto – Piazza Alimonda hanno riannodato quel filo rosso (di sangue) tra neo-fascisti, apparati repressivi e ideologia fascista, mai reciso in 60 anni di democrazia.
E' in corso da tempo una vera e propria guerra all'interno degli apparati di polizia e dei servizi segreti italiani per assicurarsi posizioni di comando, nella prospettiva della costituzione di una sorta di "superpolizia" e di un'unica centrale di intelligence contro il terrorismo (concetto che da sempre include l’antagonismo di sinistra ma anche il semplice dissenso).
Se dopo il tragico epilogo di Genova le forze dell’ordine sono “costrette”, soprattutto dai processi in corso, a mantenere un basso profilo nell’escalation repressiva dei movimenti antagonisti e di opposizione, ecco riemergere, come nella migliore tradizione, le aggressioni e gli agguati fascisti a compagni, migranti e studenti. Ritornano, con cadenza ormai quotidiana, gli assalti ai centri sociali e lo sfoggio, come sempre impunito, della peggiore paccottiglia dell’ideologia nazista e razzista.

Centro di documentazione F.Lo Russo C. Giuliani