Ai microfoni di Radio di Città del Capo, dopo due anni dall’uccisione di suo figlio Federico Aldrovandi, Patrizia Moretti ribadisce di essere convinta che “la verità esploderà”. Infatti dopo due anni passati a chiedere giustizia, finalmente è stata fissata per il 19 ottobre la prima udienza del processo: “e' assolutamente palese quello che e' successo ed e' assurdo che abbiamo dovuto aspettare due anni per avere un processo", ricorda la donna ai microfoni di Radio Città del Capo.Le attese ovviamente sono tante. La richiesta sempre la stessa: verità per suo figlio.
Sabato scorso a Ferrara, città di origine del ragazzo, si è tenuto un sit-in in suo ricordo, e i genitori, per la seconda volta, hanno incontrato il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, al quale hanno chiesto ancora una volta “di mostrare la massima attenzione come istituzione a questa vicenda”. Patrizia Moretti spera “in una condanna esemplare per queste quattro persone, esemplare perché purtroppo abbiamo visto che il caso di Federico non è poi così isolato. E la violenza che viene da persone che indossano una divisa non è assolutamente tollerabile”. Si augura anche un processo parallelo nei confronti di quanti hanno nascosto gli atti e le prove nel corso di questi due anni, rendendo pressocchè impossibile lo svolgimento delle indagini.
Attualmente il capo di accusa per i quattro imputati è eccesso colposo, reato per cui e' prevista la stessa pena dell'omicidio colposo, da sei mesi a cinque anni. La donna però si dice convinta che il capo d’accusa cambierà radicalmente perché in sede di processo emergerà che “l’omicidio colposo è riduttivo”.