Le campagne securitarie dei sindaci PD

Rom a Pavia: al Comune il Prc esce dalla maggioranza

Una corrispondenza della consigliera indipendente Irene Campari sul consiglio comunale del 17 settembre che doveva parlare della vicenda dei rom sgomberati dall’ex SNIA.
Irene Campari sarà Mercoledì 19 settembre 2007, alle ore 21, a Bologna, presso VAG 61 (via Paolo Fabbri 110) alla serata "Craiova Bologna, andata e ritorno... andata" per parlare dell'odissea dei rom rumeni a Bologna, a partire dal primo sgombero sul Lungoreno del 19 settembre 2002.

18 settembre 2007 - Irene Campari (consigliere indipendente al Comune di Pavia)

Ieri sera, 17 settembre 2007, si doveva tenere il Consiglio comunale dedicato alla gestione del dopo-sgombero della comunità Rom dall’ex Snia. Ma quest’unico punto all’ordine del giorno non è stato discusso.
Dopo la dichiarazione di Pasquale Di Tomaso, capogruppo Prc, con la quale salutava la maggioranza di centrosinistra, se ne sono viste e sentite di ogni, ma non si è discusso del dramma Rom.
Dopo Di Tomaso, il Sindaco interviene e con scialbissime parole elenca ciò che di buono avrebbe fatto la sua amministrazione, invitando Di Tomaso ad “aspettare” un po’ e poi giudicare, e che comunque “il suo contributo sarebbe stato ancora determinante per il progetto dell’area snia”. Le ho ricordato che determinante fino ad ora è stato il ricorso alla magistratura per il rispetto dei vincoli del Piano Regolatore Generale. Nel frattempo sono entrati in sala Consiglio esponenti dei CUB (il sindacato di Di Tomaso), i Giovani Comunisti, cittadini che volevano assistere alla discussione sui Rom, Sindaco e assessore di Albuzzano, i Consiglieri regionali Demartini (Lega) e Carlo Nola (AN) con seguaci, Forza Nuova. I CUB reclamano maggior attenzione per i temi del lavoro, e innalzano cartelli con al scritta “No ai ricatti”. Qualcuno chiede che si spieghi il significato. Nessuno lo fa. Ma tutti sanno che finché Pasquale De Tomaso rimaneva in maggioranza gli ex operai Necchi qualche garanzia dal Comune l'avrebbero avuta. Il vicesindaco Filippi è da due anni che lascia intendere che le cose potrebbero cambiare.
La seduta viene sospesa. Durante la conferenza dei capigruppo, il Sindaco si agita perchè “c’è anche Forza Nuova” e “Demartini”. Le hanno probabilmente riferito della mia intervista a Radio popolare in cui dicevo che avrei chiesto le sue dimissioni, e dice perentoria che lei le dimissioni non le darà mai. Qualcuno vuole rimandare il Consiglio comunale. Ci opponiamo: io, Veltri, Bruni, De Tomaso. Personalmemnte perchè il pubblico, numeroso, avrà così l’opportunità di rendersi direttamente conto della qualità di questa classe politica. E poi perchè il Consiglio i cittadini li deve ascoltare e farsi ascoltare, in qualunque condizione.
Si riprendono i lavori, e segue una discussione politica sullo stato della maggioranza, durata quattro ore. Loro dicono di stare “molto bene”, i “consiglieri sono fidati e supportanti”, l’operato della Giunta è ottimo e in linea con il programma.
Il Sindaco sostiene “io sono contro i nonluoghi”. Probabilmente ha solo una vaga infarinatura di ciò che intendeva Marc Augé, appresa durante uno degli eventi del Festival dei saperi, visto che tutti i quartieri della città si stanno trasformando, per volontà sua e dell’assessore all’urbanistica Sacchi, in nonluoghi. Le illustro in sintesi la tesi di Augè. Annuisce e non si capisce perchè.
Dagli interventi dei consiglieri di maggioranza non esce un’idea, un valore, un’autocritica, nulla di nulla. Si arrampicano sui vetri, e tengono i piedi a chi sta scivolando giù.
L’opposizione di centrodestra interviene chiedendo le dimissioni del Sindaco. Indipendentemente le chiedo anch’io:”Non siete più credibili, fate un atto di umiltà e dimettetevi”. Chiedo ai singoli Consiglieri di maggioranza di esprimersi, almeno una volta e pubblicamente su ciò che intendono per responsabilità. Se il programma è stato smantellato, che cosa li terrà mai insieme? Una voglia di poltrona, di un posticino al caldo per sé e solo per sé? Del resto in questa maggioranza basta non esporsi troppo, tacere e acconsentire e qualcosa prima o poi arriva. Non battono ciglio. Hanno confuso il loro curriculum con la Politica. Stimolati dal quel mastodonte fittizio che è il Partito democratico.
E non una parola è venuta da quella parte sulla intollerabile manipolazione della paura collettiva che questa Giunta, e la pochezza del vocabolario dei suoi componenti, hanno messo in atto. Qualcuno magari è in buona fede, e alla paura ci ha creduto davvero: zingari, epoi il più politicamente corretto “lavavetri” (senza traccia di etnicità che mette sempre in sospetto di xenofobia). Lavavetri e basta. Ma noi non ci siamo cascati. Glielo abbiamo detto bello chiaro. Non una parola è venuta dalla maggioranza sul dramma Rom. Rimosso. Non una parola sulle espressioni razziste usate da esponenti della Giunta. Solo sicurezza e legalità: i loro pacchi dono per i poveri della città. Ma che siano pochi, poichè il Sindaco di Albuzzano era lì per ricordare che la povertà non si sposta.
Forza Nuova? Per il Sindaco Capitelli “sono quattro stupidotti”.
Forza Italia prepara un ordine del giorno chiedendo le dimissioni del Sindaco. Danesino (Udeur) conta velocemente i votanti, si alza ed esclama: “Noi siamo l’ago della bilancia”. Mi sfugge un:”ma salva almeno lo stile” (ci credo ancora). A quello loro tengono, ad esser l’ago non allo stile. L’equilibrista instancabile, che aveva appena dichiarato:”sosteniamo la maggioranza, ma chiediamo una verifica sul programma e la sua revisione” (perchè finora cosa hanno fatto?). In realtà aspettano che il Sindaco chiami e stanno alzando la posta.
Piera Capitelli, in prossimità delle votazioni, con alto senso morale e del suo ruolo, “interpella” (sic) il Segretario generale per via della “legittimità” burocratica dell’atto: l’ordine del giorno è ammissibile ma non ha validità “giuridica”!!!! E’ successo anche questo, ve lo giuro. Dobbiamo andare alla Procura a chiedere le dimissioni del Sindaco?
Si va alle votazioni burocraticamente valide ma giuridicamente illegittime: 22 contrari, 15 favorevoli (minoranza di centrodestra, Campari e Veltri), 1 astenuto (Pasquale Di Tomaso) il quale, appena uscito dalla maggioranza e dopo aver portato 50 persone a protestare, dichiara che “io non voglio mica mandare a casa il Sindaco”!. E’ successo anche questo. Gli assessori si rilassano. Brendolise, con delega ai Servizi sociali, a chi gli domanda dove erano le istituzioni alla snia e a Pieve, risponde “C’erano le forze dell’ordine a rappresentarle”. E’ successo anche questo. Come nelle regioni controllate dalla mafia, dove l’unica presenza dello Stato sono le forze dell’ordine. La sua poltrona è salva, e potrà continuare ad andare in giro a proclamare “io sono democristiano”.
La discussione circa la comunità Rom non avviene, ma gli assessori Portolan (protezione civile) e Brendolise leggono le loro relazioncine: è tutto a posto, abbiamo fatto benissimo, è stata una emergenza umanitaria che abbiamo condotto egregiamente, a Pavia ospitiamo 102 (!) Rom (non dice che è avvenuto negli ultimi 5 anni e che solo una trentina sono della ex Snia, e solo una parte sono ospiti nelle strutture comunali). Non dice nemmeno che sono i volontari a farsene carico. Ringrazia se stesso. Portolan legge di aver gestito l’emergenza come nessun altro mai. Ringrazia tutti e tutto (tranne il Circolo Pasolini, menomale), scarica responsabilità, loro poverini con 200 zingari sul gobbo, come potevano fare da soli? E’ vero non si può lasciarli soli. E fa un velato accenno alla solidarietà fine a se stessa, dannosa, inconcludente. Mentre loro sì che, essendo per la legalità, sanno come offrire solidarietà. Di diritti non parla nessuno. Del resto se non gli viene spontaneo, non gli viene. Il Sindaco si intromette dicendo “ah sì io avrei molte cose da dire. Ho fatto tutto a ragion veduta”.
A fine relazioni, chiedo che si vada ad un pronunciamento contro le manifestazioni razziste e xenofobe già annunciate a Pieve. Forza Nuova aveva dichiarato la scorsa settimana che, nel caso i Rom non fossero stati tolti dal centro di accoglienza, martedì (oggi) sarebbero ritornati. I Consiglieri di Alleanza nazionale non vogliono discutere. I Consiglieri Gimigliano (FI) e Centinaio (Lega) dichiarano che non è il caso e non se ne parla nemmeno. Mi scaravento contro i due senza farmi problemi di fair play. Mi ferma il Presidente Ruffinazzi e Giovanni Magni (SDI). Elio Veltri richiama i Consiglieri alla enorme responsabilità che si stanno assumendo nel sottovalutare la situazione. Il Sindaco ridà dei “fessachiotti” a quelli di Forza Nuova (quando se ne dsono andati) ritenendo che “a suo parere non ci sarebbero state altre manifestazioni, e che comunque sono cose....a san Pietro non sono avvenute”. Questo le basta per sentirsi a posto. Sembra stordita, mi guardo intorno e vedo espressioni attonite che la osservano. Il Consigliere Minnella (DS) butta giù un ordine del giorno. Sandro Bruni (FI) dice severamente che quello che è successo a Pieve gli ha ricordato il Ghetto di Varsavia. L'ordine del giorno viene votato all’unanimità dei presenti. Vorrei chiedere al Sindaco di chiamare il suo omologo di Pieve ma non mi è lasciato il tempo; suona la campanella. E del resto che cosa potrebbero dirsi? Quello di Pieve i “fessachiotti” li ha chiamati “bravi ragazzi”.

tratto da
http://circolopasolini.splinder.com/