V Day: Il Leoncavallo scrive a Beppe Grillo, "Vieni in piazza con noi il 20 Ottobre"


16 settembre 2007 - Centro Sociale Leoncavallo - Milano

Caro Beppe,

oltre alle polemiche e agli strascichi il V-day lascia sul piatto una Legge di iniziativa popolare. Benvenuto strumento democratico, che riporta all’ordine del giorno la già lunga battaglia politica sul sistema proporzionale, la reintroduzione delle preferenze elettorali, il limite dei mandati elettivi. Contenuti, questi, di buon senso, ed una rinnovata volontà di partecipazione, che ci conferma che la strada, e le piazze, intraprese in questi anni, portano lontano.

Ma la proposta che più emerge, purtroppo, è la formula semplificata del “Chi è stato condannato in via definitiva non deve più sedere in Parlamento”.

Che cosa significa? Che i cittadini condannati solo in primo o secondo grado non possono candidarsi o essere eletti in Parlamento e, temiamo per estensione, anche nelle amministrazioni locali? E di che reati stiamo parlando? Sembrerebbe sempre e tutti.

Ce lo chiediamo perché la nostra storia è fatta anche di 4000 denunce, e di centinaia di compagni e compagne condannati. Stiamo parlando della storia di una città, Milano, e delle sue lotte universitarie, operaie, per il diritto alla casa, in difesa dei centri sociali, degli spazi pubblici dei territori, lotte antifasciste o contro la precarietà. Di protesta e di proposta, di impegno quotidiano.

Storia antica ma anche assai recente, che accomuna realtà diverse, in movimento, che hanno attraversato in questi anni il Paese. Un elenco lungo che qualifica il conflitto sociale, e lo fa dentro piazze piene e a volto scoperto. E’ storia di democrazia, di partecipazione di massa, e quindi anche di rappresentanza.
Da Mandela, poi presidente del Sud Africa, ai nostri stessi padri della democrazia, in guerra l’8 settembre, fino ai sindaci no-tav. Una bella differenza tra questi e coloro che fanno quotidiano banchetto della cosa pubblica o si intrattengono con mafie di ogni sorta e colore; che fanno della politica merchandising e della Costituzione, carta in parte disattesa e tradita.

Non siamo V-Generation, ma abbiamo contrastato le guerre, fossero umanitarie o globali e permanenti. Non siamo V-Generation, ma la generazione di Genova2001, aggrediti da un ordine pubblico uscito dai cardini. Siamo fra quelli che si battono oggi contro la propria e l’altrui precarietà, per la tutela dei beni comuni, per un’idea e con un’idea assai diversa della sicurezza dei cittadini, non proibizionista e solidale, con chi più ne ha bisogno.

Diritti che nessuno ha mai regalato. Questioni che non risolveremo, temiamo, se non alzando ancora una volta i gomiti. Nella pratica quotidiana del “fare società”, più che nel comunicare, e nuovamente in piazza il 20 ottobre 2007.

Perché quando ci vuole ci vuole. Sei sempre invitato, anche se non ad un pranzo di gala...

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