La primavera di Parigi

Nouvelle Vague

Il diario delle giornate del nuovo marzo francese, dalla testimonianza diretta di uno studente della Rete Universitaria di Bologna, che si è trovato, a Parigi, a partecipare al grande movimento di giovani contro la precarietà
28 marzo 2006

11 MARZO 2006, ore 4,23
siamo giovani Mando a caldo un breve resoconto dei fatti di questa notte, mi riservo di scrivere domani con più calma e più dettagliatamente sulla mobilitazione
studentesca di queste ultime settimane.
Da tre giorni la Sorbona è occupata permanentemente.Pare siano stati somberati già ieri ma oggi hanno rioccupato entrando dalle finestre(l'università era infatti sbarrata e presidiata dagli sbirri) c'è il servizio sul tg nazionale delle 20 del 10 marzo http://jt.france2.fr/20h/
C'è già stata un pò di baruffa con gli sbirri pare ieri sera, ma non ne sono certo, mi informerò.
Io e due mie amiche (eli e checca) verso le 11 e mezzo siamo arrivati a place de la Sorbonne, che incrocia il centraissimo boulevard du St. Michel, al fondo della piazza si trova la Sorbonne. La strada è bloccata da un'unica barricata formata da grate delle aiuole, travi di legno, passerelle e transenne. In mezzo alla strada un grande falò, la piazza strapiena di gente, in fondo un gruppo di soli fiati che suona. Ci avvicinamo e poco dopo sentiamo scandire slogan dal fondo della piazza: nello spazio tra questa e l'università corre una strada, sbarrata sopra e sotto dalla celere francese in assetto antisommossa.
Ad un certo punto sentiamo delle grida e vediamo la banda spostarsi verso il falò, insieme ad un po’ di persone.
Andiamo più vicino agi sbirri, che nel frattempo cominciano a sparare gli urticanti. La gente continua a tenere la posizione. Dalle finestre dell'università cominciano a volare oggetti sempre più pesanti: dalla carta igienica si passa alle sedie ed ai banchi! Gli sbirri si avvicinano sino a quando, sparati i primi lacrimogeni fanno irruzione nella piazza, la gente scappa ma non si disperde: gli sbirri si ritirano una volta, poi riprendono ad avanzare. In tutto questo, in mezzo ai lacrimogeni e le cariche, la banda suona
ininterrottamente in maniera forsennata!
Ci si sposta tutti in strada, gli sbirri hanno conquistato la piazza. Si rinforza la barricata su boulevard St.Michel, noi stiamo tutti compatti dietro.
Alcuni compagni inoltre fanno a pezzi lo spartitraffico di cemento per ricavarne dei sassi. Cominciano una serie di cariche con esito alterno e parecchi lacrimogeni: in mezzo al fumo (non è uno scherzo!) compare Oreste Scalzone con tanto di colbacco e sciarpa rossa, che si ferma a parlare con noi...
Dopo una quarantina di minuti di quest'andazzo – sassi, bottiglie, lacrimogeni e corse avanti e indietro - gli sbirri ritornano in piazza. Da lì non si muoveranno più per tutto il resto della sera. Almeno fino alle 2 e mezzo, quando sono andato via.
Domani manifestazione a place St.Michel a mezzogiorno, la settimana prossima continuano picchetti e occupazioni e sono previste almeno altre due manifestazioni. Un compagno dopo avermi detto della manifestazione di domani ha aggiunto: "mi ha appena chiamato un mio amico da dentro la Sorbonne dopo aver acceso un petard (canna) dentro un'aula - era da trent'anni che non succedeva".
Buonanotte dal quartiere latino.

P.S: gli occupanti sono barricati dentro a oltranza,
sono almeno 500.

11 MARZO 2006, ore17,55
corteo Come saprete la Sorbona è stata sgomberata violentemente questa notte tra le 4 e le 5. La situazione è ancora abbastanza incerta, ad ogni modo la mobilitazione continua, e se non succede nulla questo week-end, lunedì si riprova ad entrare.
Non ci sono ancora foto su indymedia paris (il mediattivismo non è così sviluppato in Francia...), questo
javascript:window.open('/2003/e/gallerie/esteri/sorbona2/1.html','gal','width=557,height=604,scrollbars=yes');void(0);
è il collegamento alle foto sul sito di repubblica.
Non sono male.
Invio come allegato la traduzione di due volantini. Uno fatto girare ieri notte a firma "alcuni studentidella Sorbona", sicuramente moderato ma non del tutto come potrete vedere. Il secondo fatto girare oggi a mezzogiorno, firmato dal "comitato di mobilitazione Sorbona", che invita a proseguire la mobilitazione.
Nessuno dei due comunque esprime contrarietà all'occupazione o addirittura sostegno alle forze dell'ordine come usa fare presso alcuni "democratici" italiani...
Un abbraccio à tout le monde

1° volantino
PERCHÉ SIAMO IN SCIOPERO?
Giovani, studenti, salariati mobilitati contro il CPE
1. Il CPE: la precarietà imposta ai giovani
Il CPE è un emendamento che è stato introdotto all'interno della legge per l'“égalité des chances”, durante l'esame di quest'ultima all'Assemblea Nazionale (Parlamento).
Si tratta di un nuovo tipo di contratto che da la possibilità al datore di lavoro di licenziare un lavoratore senza motivazione, per un periodo di due anni dal giorno del'assunzione.
Le conseguenze sono:
&_#61590; impossibilità di realizzare alcun progetto durante i due anni
&_#61590; impossibilità di trovare un impiego stabile alla fine degli studi
&_#61590; precarizzazione massima delle condizioni di lavoro e di vita dei giovani lavoratori
2. Cosa succede nelle nostre facoltà?
Più della metà delle Università in Francia sono bloccate. Ci sono migliaia di studenti che manifestano davanti alla Sorbona.
Il 55% dei Francesi sono contrari al CPE.
La cosa più grave è la repressione poliziesca che si amplifica contro gli studenti in sciopero e le derive violente verso le quali vorrebbe spingere un piccolo numero di elementi, che sono pericolosi per le nostre azioni e per la sicurezza di tutti.
A tutto questo si aggiunge il fatto che il governo resta sordo davanti all'ampiezza della mobilitazione.
3. Difendiamo il nostro diritto all'espressione!
&_#61590; Difesa del diritto di tutti a manifestare
&_#61590; protezione contro la repressione poliziesca e sicurezza degli studenti mobilitati
&_#61590; Apertura delle Facoltà a tutti gli studenti per l'organizzazione di assemblee generali
Queste esigenze devono accompagnarsi alla responsabilizzazione dell'agire di tutti. Dobbiamo prevenire e condannare fermamente le azioni violente all'interno delle nostre Università.
4. Ed a livello nazionale?
- Abrogazione senza condizioni della legge per l'”égalité des chances”, che comprende il CPE;
- Apertura di larghe negoziazioni sindacali accompagnate da un largo dibattito popolare sul'impiego e l'insegnamento, avente per obiettivo:
° La sicurezza d'impiego per tutti
° La costruzione di alloggi sociali e per studenti
° L'apertura dei posti a concorso nell'impiego pubblico
° La costituzione di un reale statuto per gli “stagisti”
Bisogna finirla con le politiche di impiego liberali che fanno del salariato una pedina alla mercé del padronato.
Alcuni studenti della Sorbona.

2° Volantino
LA SORBONA MOBILITATA, LA SORBONA OCCUPATA
L’assemblea generale degli studenti e delle studentesse della Sorbona ha votato lo sciopero ed il blocco lunedì 6 marzo ed in applicazione delle decisioni delle Assemblee Generali seguenti noi abbiamo cominciato ad occupare la Sorbona a partire da mercoledì sera.
Venerdì 10 marzo abbiamo votato a maggioranza lo sciopero, l’occupazione dell’università e l’azione di blocco avvenuta quel giorno. L’Assemblea Generale del personale e dei docenti di Parigi I ha espresso il proprio sostegno alla lotta contro il CPE e contro l’insieme della legge detta “de l’egalité des chances”. L’occupazione dell’università aveva come obbiettivo quello di aprire uno spazio di dibattito e di riflessione e di permettere la presenza di massa degli studenti alle Assemblee Generali.
Il pomeriggio di venerdì abbiamo dunque bloccato l’incrocio tra boulevard st.michel e boulevard st.germain mentre una cinquantina di studenti occupavano la Sorbona, circondata dai CRS (celere). In seguito all’intervento delle forze dell’ordine per disperdere il blocco, i manifestanti sono stati respinti verso la Sorbonne e circa 200-300 di questi sono allora potuti penetrare dentro l’università, prima che l’entrata fosse nuovamente bloccata(dalla polizia ndt).
Noi abbiamo manifestato la notte di venerdì, bloccando con una barricata il boulevard st.michel davanti alla Sorbona, con l’appoggio in particolare degli intermittenti solidali al nostro movimento.
Ma le violenze della polizia continuano e noi non cederemo
Gli studenti e le studentesse che occupavano la Sorbona sono stati violentemente sgomberati questa mattina alle 4. Ritroviamoci per la nostra università e lottiamo per le nostre rivendicazioni. La Sorbona appartiene agli studenti, ai docenti ed ai suoi lavoratori. Non alle forze dell’ordine né al rettorato.
LA SORBONA: CI SIAMO BATTUTI PER CONQUISTARLA
CI BATTEREMO PER DIFENDERLA
NOI, STUDENTI E STUDENTESSE DELLA SORBONA
RIVENDICHIAMO ED ESIGIAMO
NELL’IMMEDIATO
- il ritiro delle forze dell’ordine e dei CRS che tentano di impedirci di entrare alla Sorbona e di applicare le decisioni delle nostre Assemblee Generali
- la fine dei controlli polizieschi e repressivi all’ingresso della Sorbona ed il rispetto dei nostri diritti politici e civili, in particolare di riunione, di sciopero, e di diffusione dell’informazione all’interno della nostra università
- il ritiro della legge sull’“égalité des chances”, che comprende il CPE, l’apprendistato a 14 anni e l’estensione del lavoro notturno ai minori di 15 anni, e altro.
- il ritiro del CNE e delle misure che generalizzano la precarietà
NOI, STUDENTI E STUDENTESSE DELLA SORBONA
CHIAMIAMO
- tutti gli studenti della Sorbona (Parigi I, III, IV, V), oltre che a tutti gli studenti e i liceali di Parigi alla SOLIDARIETA’ con la nostra lotta per il nostro futuro comune ed a d essere presenti in piazza della Sorbona sabato 11 marzo e fino a quando non avremo ottenuto i nostri obiettivi.
AG: lunedì 13 marzo alle 12. Appuntamento in piazza della Sorbona
- tutti i docenti e il personale dell’università, oltre che l’insieme dei salariati, degli intermittenti, dei disoccupati, dei precari di questa società alla MOBILITAZIONE ed allo SCIOPERO fino al ritiro della legge detta dell’ “égalité des chances” e del CPE-CNE.
- alla giornata di MERCOLEDI’ 15 MARZO votata da Parigi I e alla sua estensione alle altre università della Sorbona.
- alla giornata d’azione nazionale degli studenti GIOVEDI’ 16 MARZO e alla giornata d’azione nazionale dei salariati prevista dai sindacati SABATO 18 MARZO

14 MARZO ore 2,03
arc de triomphe Come promesso, sebbene con un po’ di ritardo riporto qualche osservazione sul movimento studentesco francese, per quello che può valere… Scusate il disordine e gli errori ma sono le due di notte.
Comunque credo sia meglio del nulla dell’informazione italiana.
Prima di tutto vorrei avvertirvi che le modalità d’azione e di organizzazione sono del tutto differenti da quelle cui siamo abituati. Va tenuto conto di questo elemento, se no si rischia di prenderli nella migliore delle ipotesi per dei marziani.
Il movimento è partito all’inizio di marzo con i primi “blocchi” delle facoltà, estesi in seguito alla maggior parte delle 13 (!) università parigine ed a quasi la metà delle università francesi. Attualmente sono chiuse dai rettori, bloccate o occupate circa quaranta università su 82.
Il blocco delle facoltà (blocage in francese) è una pratica di lunga tradizione qui in Francia, che può forse essere assimilata ai picchetti di sciopero: in pratica si tratta di impedire l’accesso alla facoltà a studenti e docenti sin dalle prime ore della mattina, sbarrando poi l’accesso alle aule e/o alla stessa facoltà con barricate di sedie e banchi.
A differenza dell’occupazione, l’università è abbandonata al calare della sera. Lo scopo di questo tipo di azione, la prima in ordine di tempo e la più diffusa, è quello di garantire la riuscita dello sciopero studentesco e soprattutto di assicurare una partecipazione di massa alle assemblee generali che si tengono in genere in tarda mattinata.
L’assemblea generale (AG) è in effetti il cuore della mobilitazione: le decisioni sulle forme di lotta, la scelta di modi e tempi delle azioni, di rivendicazioni ed obiettivi, emergono dall’assemblea generale, che si considera legittima rappresentante della totalità del corpo studentesco indipendentemente dal numero dei partecipanti. Della serie: se non ci siete cazzi vostri.
Quello che più mi ha colpito però, non è tanto la centralità assoluta dell’assemblea, quanto il suo funzionamento. Tutte le proposte, anche le più assurde, anche quelle fatte dai personaggi più improponibili, sono rigorosamente discusse e VOTATE per alzata di mano. Ho parlato con alcuni compagni di questa pratica assembleare, così diversa dalla nostra, ed è considerata come assodata anche dai più “radicali”.
Il contenuto della decisione può essere oggetto di accaniti dibattiti con esiti niente affatto scontati e spesso non diversi dai nostri, ma la forma della decisione è indiscutibilmente “una testa un voto”. Non è scontato neanche l’esito di questa modalità: se di fatto può e spesso impoverisce il dibattito, d’altra parte permette un’enorme estensione della partecipazione alla lotta. Nessuno è escluso dalla decisione, anche se non è capace di parlare in pubblico o non ha gli stessi strumenti dei “militanti”.
Non so dire se sia necessariamente migliore o peggiore, ma va tenuto conto che l’estensione della lotta (con cognizione di causa) tra i non militanti ha raggiunto livelli impressionanti. E questo l’ho visto con i miei occhi.
Capire come funziona una AG è importante perché, come proverò a far capire, ha delle conseguenze notevoli sul movimento nel suo complesso.
Che cos’è il CPE/CNE? Si tratta di due tipologie contrattuali differenti : il CPE riguarda i nuovi assunti con meno di 26 anni, in tutti i tipi di impresa, e rende possibili i licenziamenti “senza giusta causa” per due anni dall’assunzione con preavviso di una settimana. Il CNE introduce la stessa “flessibilità all’uscita” per tutte le aziende con meno di 20 dipendenti e per i lavoratori di tutte le età. Il testo della legge parla anche di apprendistato per i 14enni ed altre simpatiche cosette. Niente a che vedere con la legge trenta, ma sono sulla buona strada…
Il ritiro di questo provvedimento (già approvato) è la principale rivendicazione del movimento. Proprio a causa delle modalità assembleari di cui scrivevo prima, l’analisi è ancora ad un livello embrionale e fatica ad uscire dal campo ristretto della richiesta di abrogazione della legge. Ad ogni modo comincia a
farsi strada tra i più la percezione che si tratta di una battaglia ben più vasta del ritiro del CPE/CNE. Si parla di precarietà.
Questo è uno degli aspetti più interessanti di questa mobilitazione: un movimento prettamente studentesco che parla di lavoro. Non è difficile comprenderlo considerando il taglio prevalentemente generazionale che il governo francese ha voluto dare alla riforma.
Forse ancor più che in Italia è normale mantenersi gli studi lavorando e i vincoli che pone la precarietà lavorativa alla possibilità di aprire un conto in banca sono sicuramente maggiori che da noi. E senza conto in banca né reddito fisso è pressoché IMPOSSIBILE trovare una casa…
Ovviamente questo non spiega l’ampiezza e la determinazione che il movimento mostra nelle università. Un compagno che vive in uno studentato per studenti-lavoratori sabato notte mi ha detto: “La jeunesse (gioventù) francese si è rotta il cazzo… sono almeno 5 anni che passa una riforma peggiore dell’altra. Adesso abbiamo la forza per opporci e la possibilità di vincere.”
Io non so se sia vero. Sicuramente la percezione che la precarietà sia l’orizzonte di vita e di lotta del presente e del futuro è viva dentro questo movimento.
«A ceux/ qui veulent/ précariser les jeunes/ les jeunes / répondent / résistons! » (a quelli che vogliono precarizzare i giovani, i giovani rispondono: resistiamo!).
Ad ogni modo il movimento è preso estremamente sul serio sia dalla classe politica sia dalla stampa: il ritiro della legge è una possibilità presa in considerazione persino da dichiarazioni ufficiali di esponenti dell’UMP, il partito neogollista al governo.
Detto questo devo ricordare che gli avvenimenti di questi ultimi giorni (dallo sgombero della Sorbona in poi) hanno mostrato un livello di organizzazione del movimento a dir poco ridicolo. Nonostante il peso che sui giornali è attribuito all’UNEF (sindacato studentesco nato nel 1994 dalla fusione dei due sindacati socialista e comunista) nella quotidianità delle AG è difficile rintracciare una componente predominante che non sia quella degli studenti non politicizzati.
Questo si traduce in una scarsissima se non nulla capacità di coordinamento. Non esiste un unico riferimento informativo al di fuori di Indymedia ed il meccanismo di delega delle AG rende assai macchinoso qualsiasi tentativo di risposta immediata.
Le azioni comuni a tutte le università infatti devono essere votate a maggioranza da delegati eletti dalle singole AG in assemblee inter-ateneo appositamente convocate.
Il risultato è che oggi davanti al College de France che si trova accanto alla Sorbona (letteralmente blindata giorno e notte dalle camionette della celere) c’erano quasi 1000 persone, nessuno che sapesse cosa fare e neanche un megafono…
Tutti sembrano comunque molto determinati , difficile dire adesso che piega prenderà il movimento. Quello che è certo è che gode di un largo sostegno popolare ed alcune assemblee di docenti (ad esempio quelli di Parigi I) hanno espresso pieno appoggio alla lotta.
Neanche il discorso di Villepin pronunciato su TF1 domenica sera sembra aver modificato il quadro. Le facoltà restano in sciopero, e cominciano a riempirsi di iniziative: oggi ad esempio nel mio dipartimento c’è stato un incontro-dibattito con militanti del movimento sans-papier.
Le prossime giornate di mobilitazione nazionale – il 16 manifestazione studentesca, il 18 sciopero generale - forse potranno dare qualche indicazione in più.
un abbraccio

17 marzo ore 3,49
police Vi scrivo, stanco ed emozionato, dopo un’altra giornata straordinaria. La situazione in questi ultimi giorni è rimasta tesissima: pur senza episodi paragonabili alla notte del 10 marzo, quasi ogni giorno ci sono stati scontri con la polizia, in particolare nei pressi della Sorbonne.
Questa sera però ha fatto il botto. Come avevo già accennato, oggi è stato il giorno della mobilitazione studentesca a livello nazionale, con un corteo parigino partito alle 14 da Place d’Italie. Molti universitari, presenti negli spezzoni delle università in mobilitazione, moltissimi studenti medi, pochi sindacalisti (ma la loro giornata sarà sabato 18). Il corteo, numeroso colorato e determinato, si è svolto in assoluta calma sino alla conclusione (Sèvres-Babylone).
All’arrivo nella piazza situata all’incrocio tra boulevard Raspail e rue Sèvres, dove secondo alcuni era prevista la fine del corteo, ci si presenta lo spettacolo poco edificante dei CRS che dietro grate di ferro sbarrano tutte le strade ad eccezione di quella da cui siamo venuti.
Ovviamente ci vuole poco perché scoppi del gran casino: comincia presto una sassaiola verso gli sbarramenti dei CRS che rispondono con i lacrimogeni.
Si va avanti così per circa un’ora e qualcosa, nel frattempo il grosso del corteo resta dietro a scandire slogan, non si disperde. La situazione evolve quando un gruppo di ragazzini devasta sistematicamente un’edicola per poi dargli fuoco. Gli sbirri a quel punto avanzano oltrepassando le grate di protezione, ma compaiono anche da bvd. Raspail, considerata unica via di fuga.
Il corteo è diviso e disperso molto presto dalle manovre dei celerini (meno inclini alla violenza gratuita dei colleghi italiani). Restano comunque, anche se isolati tra loro, diversi gruppi di compagni compatti anche di fronte alle cariche ed ai lacrimogeni.
Intanto tutti quelli che si sono allontanati da Sèvres-Babylone, ormai impraticabile, si incontrano nelle strade adiacenti o in metropolitana, dove ricomponiamo anche il nostro gruppetto disperso durante le cariche.
Nessuno ha notizie certe, gira solo la voce secondo cui molti compagni starebbero già in place de la Sorbonne…
Arriviamo in place de la Sorbonne con un piccolo corteo di 2-300 persone salutato con grida e slogan dalla folla già presente. Siamo veramente tanti.
Lo scenario è lo stesso delle altre sere: gli sbirri in fondo alla piazza che sbuca su boulevard St.Michel, la piazza e la strada occupate dai compagni che vogliono riprendersi la Sorbonne. Questa volta però siamo di più e siamo anche più nervosi dopo un pomeriggio di cariche e lacrimogeni.
Comincia la sassaiola che diventa ben presto una battaglia con bastoni e transenne (per il momento). Gli sbirri tengono la posizione ma non avanzano: dopo ogni nuovo lancio di lacrimogeni i compagni ripartono alla carica. Dopo un po’ la polizia comincia ad usare anche gli idranti, ma inutilmente.
Alcuni compagni rispediscono indietro i candelotti lacrimogeni, il resto tiene la posizione nonostante la fatica. Ci si scambia il collirio mentre qualcuno suona un tamburo.
All’ennesimo tentativo di carica, gli sbirri si fanno più aggressivi e lanciano i candelotti anche tra le persone che stavano a distanza dagli scontri – in particolare in una piccola salita perpendicolare a bld. St.michel. L’esasperazione è diffusa (si respira gas da tutto il pomeriggio), il nuovo assalto dei compagni questa volta è più incazzato. Le vetrine di una libreria e di una brasserie cadono in pezzi e dai due locali vengono portati fuori tutti gli attrezzi utilizzabili: sedie tavolini libri scaffali si infrangono contro lo schieramento dei CRS. La libreria dopo poco è in fiamme.
Dopo un’ora di battaglia in piazza gli sbirri adesso avanzano, supportati dai rinforzi che vengono da entrambi i lati del boulevard. Siamo costretti a indietreggiare tutti verso la piccola salita di fronte place de la sorbonne. Nonostante i pullman della gendarmerie siano ormai all’inizio della salita e che alla cima sia comparso un nuovo, ennesimo plotone, si continua incredibilmente a resistere.
Alcuni salgono in piedi sui tetti delle auto parcheggiate, altri si arrampicano alle finestre dei palazzi, tutti gridano “abbasso lo stato, gli sbirri ed i padroni”, continuano a volare pietre e bottiglie.
Uno dei pullman imbocca la salita, di nuovo lacrimogeni: tutti indietreggiamo risalendo la stradina e giriamo nell’unica direzione libera dalla celere. Intanto i compagni rimasti in testa capovolgono un mercedes al quale poi danno fuoco, poi le altre auto vengono lasciate scivolare contro i gendarmi dopo aver tolto il freno a mano.
Ci muoviamo tutti o quasi (alcuni compagni sono scappati nella direzione opposta) scendendo questa via parallela al boulevard dal quale siamo stati cacciati.
Due sbirri in borghese che ci stavano seguendo sono costretti alla fuga…
Siamo un corteo di quasi mille persone che spazza il quartiere latino urlando “retrait du CPE” alle otto di sera dopo 6 ore di manifestazioni e di scontri praticamente senza interruzione!
Sbuchiamo a Odéon dove ci aspetta una sterminata schiera di divise, che carica in mezzo al traffico riuscendo a dividerci. Non bisogna dimenticare che l’intero raduno alla Sorbonne è nato in maniera del tutto spontanea, ancora una volta nessun megafono e molta improvvisazione…
Ma nessuno vuole tornare a casa stasera e ci ritroviamo ancora una volta su boulevard St. Michel, sicuramente di meno ma non meno decisi. In queste condizioni si sopportano altre due cariche, ma ormai si scappa ogni volta e diventa sempre più rischioso.
L’ultima carica in una via che non sono certo di poter ritrovare; il solito plotone di CRS ci disperde definitivamente.
Sono le 11 di sera, torniamo a casa: non sappiamo che fine abbia fatto il resto dei compagni né quanti di loro siano stati arrestati. Forse mi sbaglio, ma secondo me qualcuno stasera s‘è messo paura…
P.S. a scanso di equivoci davanti alla Sorbonne eravamo tutti studenti. Nessun “casseur” o autonomo cattivo. Solo studenti e precari molto più incazzati del solito.
buonanotte

20 MARZO ore 18,58
schieramento poliziotti scusate se scrivo ancora ma ne vale la pena questo è la traduzione di un'intervento di un compagno francese su indy. è molto bello.

<http://paris.indymedia.org/article.php3?id_article=54238>
In questa settimana si confrontano persone determinate con le forze in assetto di guerra inviate dal governo.
Dopo la "presa" della Sorbona e la sua evacuazione, le prime pagine dei giornali raffigurano il movimento « anti-cpe » in una fase violenta, opera di «casseurs» (soltanto uomini, beninteso...)
Dopo una settimana, ne discuto con i miei vicini sul metro o la RER, con la gran parte degli impiegati seduti dietro le casse del supermercato, dei conduttori dei trasporti pubblici.
Ho sempre ricevuto attestati di solidarieta’ verso la nostra lotta.
E' vero, ho dovuto spesso spiegare l'uso spettacolare che i media fanno del termine « casseurs », spiegare che si tratta comunque di manifestanti (e per di piu’ numerosi), che non c'e’ niente di gratuito in questi atti, che dimostrano solo la determinazione di un movimento che non desidera conoscere gli stessi fallimenti dei precedenti, che cerca a tutti i costi di evitare gli stessi errori. Che Villepin non ritira il suo testo, ne’ oggi, ne’ domani, ne’ tra una settimana, che si ostina, e che cio’ che noi tutti vogliamo e’ che la lotta vada avanti, che le discussioni gia’ iniziate si sviluppino e si amplifichino... e che ciascuno prenda finalmente posizione pro o contro tutto cio’ che si propone, e che subiscono i piu’ precari, coloro che non ne possono piu’ del loro lavoro, del loro padrone, della loro vita.
Poiche’ sentiamo ovunque, nell'aria e nelle parole, un sostegno, delle domande, un desiderio che cio’ esploda..
Noi cerchiamo un luogo (o molti) che possa diventare un punto di coesione, un luogo di convergenza dove tutti coloro che scioperano, del pubblico come del privato, i precari, gli attivisti e gli altri possano incontrarsi, condividere le loro esperienze, le loro sofferenze, le loro speranze e ripartire con la voglia di continuare, di spingere piu’ lontano la lotta che abbiamo cominciato.
Vogliamo lo sciopero generale, che la macchina si fermi, che la routine sia spezzata. Vediamo gia’ i sorrisi, la gioia che animano coloro che vogliono che tutto cio’ accada, coloro che sono gia’ in lotta.
Ci riconosciamo per la strada, senza conoscerci: noi non siamo piu’ degli anonimi.
Non vogliamo capi, ne’ portavoce. Quelli che ci sono, noi non li riconosciamo come tali. Che alcuni si siedano al tavolo del governo, ed essi saranno rinnegati. Non abbiamo niente da negoziare, e molto da prendere. Lo sappiamo ora piu’ che mai.
Chirac e’ stato eletto contro Le Pen, la sua maggioranza si e’ insediata grazie all'astensione dell'elettorato di sinistra.
Le leggi, i decreti, le ordinanze applicate da allora sono illegittimi, come i governi che si sono succeduti.
Abbiamo visto di tutto: politiche che attaccavano i piu’ deboli, i piu’ sottomessi (clandestini, disoccupati..), delle leggi che, tuttavia, erano riuscite a far nascere contro esse dei veri movimenti (pensioni, riforma Fillon), delle misure poliziesche "d'eccezione" che sono diventate la norma. Abbiamo vissuto lo stato d'emergenza e la repressione dei moti di Ottobre-Novembre 2005. E siamo rimasti passivi.
Questo non accadra’ piu’. Noi vogliamo dare piu’ di un "colpo di freno". Noi critichiamo questo mondo e i suoi valori, le evidenze che porta in se’.
Critichiamo la scuola e la formazione, il lavoro salariato, la crescita e la "piena occupazione", il progresso e il suo codazzo di distruzione.
Critichiamo i ruoli che la societa’ vorrebbe farci svolgere: non saremo cinici senza pieta’, "vincitori" pronti a schiacciare gli altri, consumatori passivi o schiavi.
Non combattiamo soltanto la precarieta’, combattiamo lo sfruttamento e la sottomissione obbligatoria.
Sappiamo che sono numerosi coloro che non osano piu’ opporsi. E quelli che non hanno ne’ un CPE, ne’ un CNE, ma un CDI o un contratto precario.
Noi combattiamo per una dignita’ che e’ stata ridicolizzata e sacrificata sull'altare della competizione capitalista.
Ecco perche’ la solidarietà cresce, la rabbia matura e uno sciopero generale si annuncia.
Sappiamo che non c'e’ alternativa a sinistra per il 2007, che le urne non ci porteranno che nuove delusioni, che bisogna fare tutto, qui e ora, in modo autonomo, senza contare ne’ sui sindacati ne’ sui partiti.
Non abbiamo alcuna fiducia nei media e faremo di tutto per mettere a nudo le menzogne che essi diffondono.
E' attraverso la presa di parola, le scritte sui muri e nei metro, il passaparola e i media alternativi che noi ristabiliremo la verita’, creeremo dei legami, delle complicita’.
Infine, la lotta non deve fermarsi oggi per un'altra ragione: gli accusati, i colpevolizzati/e di quest'ultimi giorni, di novembre, di tutti i movimenti sociali di questi ultimi anni hanno bisogno del nostro sostegno totale perche’ un'amnistia sia possibile.
Non abbandoneremo nulla (e nessuno)! Solidarieta’ tra tutti gli insorti indipendentemente dai loro modi d'azione o d'intervento!
PS: questo "Noi" e’ quello di chiunque si riconoscera’ in questo testo e di chiunque me lo abbia ispirato.
Potete farne cio’ che volete: opuscolo, appello o altro. Io non ne sono il padrone.