Arrivano da Porretta le prime parole sensate sul piano anti-writers


5 settembre 2007

"Non si risolve tutto con le manette: in qualunque città c'è una questione di convivenza". C’è stato bisogno che arrivasse un pubblico amministratore da Porretta Terme per sentire qualcosa di sensato sul tema dei graffitari.
Igor Taruffi, è il giovane assessore alla Cultura di Porretta Terme, e si espresso con quelle parole, ai margini di una conferenza sulla cultura in montagna, per commentare il piano del Comune di Bologna per contrastare i writers imbrattamuri. Secondo Taruffi, si tratta di un piano repressivo: “Sono d'accordo con chi dice che alcuni sono opere d'arte, e in quanto tali devono avere spazi. In in qualsiasi città convivono gruppi e espressioni diverse. E non mi risulta che a Barcellona, a Berlino, i rumori notturni si risolvano a colpi di ordinanze e il decoro si raggiunga arrestando chi fa i graffiti.
Mi rendo conto che i problemi a Bologna sono più gravi che da noi, ma in fondo sono gli stessi: anche Porretta ha i suoi writer. La città è piccola, è vero, e il centro storico è poco adatto a certi sfoghi creativi, ma i luoghi si possono trovare, e non è detto che
siano solo in periferia”.

Anche la consigliera regionale dei Comunisti Italiani, Donatella Bortolazzi, è critica: “Con la repressione non si ottengono risultati sostanziali. Impiegare agenti per questo non farà che distrarli dalla lotta alle vere priorità della sicurezza urbana, come lo spaccio e la criminalità”.
Ma la sua comapagna di partito (Pdci) Anna Patullo, assessore comunale all'Ambiente (coinvolta in prima persona nella stesura del piano di Palazzo D'Accursio) sposa la causa del sindaco Cofferati: “Il problema è vero e sentito: dalle famiglie che spendono per pulire i muri e da una città che sta cercando di rilanciare il turismo. Chi sono quelli che vergano sigle? C’è una spartizione del territorio sullo stile di quello che avviene in America tra le gang?”
Un altro Coffy fans è il coordinatore cittadino della Margherita,
Luca Rizzo Nervo: "E' giusto porre il tema del rispetto delle regole, soprattutto perché è corretto infondere la cultura del rispetto delle regole".
Questo quando Catalano elargiva “massime catalane” durante la trasmissione di Arbore “Quelli della Notte” era già ai blocchi di partenza per spiccare il volo di una radiosa carriera politica?