Il dibattito sulle campagne securitarie

I Giuristi Democratici contro le ordinanze dei sindaci sui lavavetri

Alcune considerazioni, giuridiche e non solo, sull'ennesima sbandata della "nostra" classe politica per il Law & Order "padania syile".

5 settembre 2007 - Fausto Giannelli (Giuristi Democratici Modena)

In primo luogo non si può che dissentire circa la natura dello strumento adottato (un'ordinanza contingibile ed urgente resa in materia di sicurezza pubblica ), evidenziando l'assoluta forzatura di un tale uso rispetto e la conseguente illegittimità. Da un lato risulta infatti assolutamente indimostrato il requisito dell'urgenza. A ciò si aggiunga come siffatte ordinanze siano nel nostro ordinamento ammissibili solo come "extrema ratio", ossia qualora non sussistano strumenti ordinari per porre rimedio alle situazioni da fronteggiare. Sotto questo profilo, l'ordinanza in questione è del tutto carente di motivazione, non esplicitando le ragioni dell'impossibilità di ricorrere all'uso di altri metodi per contrastare il fenomeno e come tale non si sottrae quindi a evidenti censure di illegittimità.
Il provvedimento individua tra le ragioni di urgenza il nocumento all'igiene delle strade per la presenza di "secchi" e "acqua sporca" (presupposto invero singolare in città divorate dall'inquinamento) e, pur qualificato come "ordinanza del sindaco" (solo al Sindaco e a nessun altro membro della Giunta o altro funzionario comunale spettano infatti tali poteri nella sua
qualità di ufficiale di Governo), è in realtà sottoscritto da un assessore (ci dicono i giornali lo stesso assessore Cioni il quale nelle prime mattine ha diligentemente provveduto a pattugliare le strade insieme con gli agenti della Polizia Municipale per assicurare il rispetto della propria ordinanza)
Al di là della qualifica personale del Sig. Cioni, solo omonimo del ben più simpatico personaggio diretto dal primo Benigni in "Berlinguer ti voglio bene", si deve rilevare come l'assessore comunale non riveste nè può rivestire la qualità di ufficiale di Governo e non può pertanto emettere ordinanze contingibiili e urgenti in materia di ordine e sicurezza pubblica o d'incolumità pubblica.
D'altra parte appare francamente assurdo che in un paese soffocato da circa 10.000 figure di reato un assessore decida di trasformare in illecito penale lo svolgimento di un'attività in sè lecita secondo il nostro ordinamento.
L'attività di lavavetri, a prescindere dagli aspetti fiscali, non è infatti vietata da alcuna legge né risulta soggetta a nulla osta o autorizzazione amministrativa di sorta. Il comportamento di colui che si offre di lavare il vetro di un'auto, di per sè, non è minimamente lesivo né della sicurezza né dell'ordine pubblico, beni giuridici che l'autorità emanante afferma di voler tutelare e che giustificherebbero la sanzione di cui all'art. 650. Se si vogliono reprimere comportamenti molesti o pericolosi, sono quei comportamenti in quanto tali a dover essere perseguiti con gli ordinari strumenti del codice penale, che prevede le fattispecie di reato di molestie, ingiurie, violenza privata, minacce, estorsione, ecc.
Dobbiamo purtroppo rilevare come l'ordinanza in questione costituisca solo il più eclatante e ultimo esempio di come la "nostra" classe politica affronta le politiche penali. Ora, come si sono prontamente affannati a dire Cofferati, Zanonato (quello che, tanto per intenderci, a giugno ha fatto segare le panchine e i tavolini nel parco del centro storico di Padova perchè erano diventati un ritrovo per extracomunitari e senzatetto), la Moratti e i sindaci leghisti tutti (ahiloro , scavalcati a destra e senza preavviso...) , è aperta la corsa a "ripulire le città", aizzando gli umori di quel basso ventre qualunquista che costituisce buona parte della base elettorale prescelta dal nuovo PD oltre che, storicamente, dai partiti di destra.
Il Governo e il suo Ministro degli Interni, da par loro, si sono dimostrati prontissimi a cogliere l'opportunità e a benedire dall'alto la nuova crociata, sull'onda dei sondaggi favorevoli.
Questuanti fastidiosi e accattoni di ogni genere, prostitute, graffitari, zingari & co. sono pertanto i nuovi nemici delle campagne di legalità che i nostri governanti (dismessi i novecenteschi confini che dividevano destra e sinistra) si sforzano di offrire in pasto al popolo. Il governo, non riuscendo ad affrontare i reali e spinosi temi sociali ed economici e non sapendo dire una parola che sia una di sinistra sulle questioni di fondo, fa quello che di solito e da tempo i governi peggiori fanno: cerca di distogliere l'attenzione dai risultati (non) conseguiti e solletica gli istinti peggiori, enfatizzando problemi secondari per guadagnare quel consenso facile che gli manca .
Qui in Emilia, d'altronde, è più facile cogliere il senso di questi nuovi venti securitari: il "pericolo lavavetri" il buon Cofferati , già candidatosi al ruolo di Rudolph Giuliani del nuovo PD, l'aveva già lanciato parecchio tempo fa, purtroppo per lui con meno clamore mediatico.