Il 26 marzo, si è svolto a Roma il primo appuntamento del “Laboratorio delle reti sociali”. Sono intervenuti, soggetti collettivi e reti sociali attivi a Roma, Napoli, nel Nord Est, a Milano, Genova, a Bologna e in Emilia Romagna, a Torino e ad Alessandria, nelle Marche, in Toscana.
Il dibattito che ha visto tonalità e sfumature differenti, ha fatto emergere un punto comune: la necessità di aprire e mantenere aperto uno spazio pubblico
di movimento, autonomo e nello stesso tempo non minoritario, in grado di coniugare sperimentazione politica e radicamento sociale. Tutto ciò nella consapevolezza che un ciclo di movimento si è esaurito e che una nuova fase - segnata anche dall’imminente scadenza elettorale e dalla probabile vittoria del centro-sinistra - si sta determinando.
Nella discussione è stata data molta rilevanza alle lotte sociali, difficilmente riducibili, per la maggior parte degli interventi, alle forme organizzative che i movimenti di questi anni si sono dati.
Tra le varie scadenze decise, che fanno parte di lungo carnet di appuntamenti, la più imminente, è quella della partecipazione alla giornata del 2 aprile che si terrà a Reggio Emilia per contestare la manifestazione della Lega nord in “difesa della cristianità”. A questo proposito, è stata sottolineata la necessità di individuare forme di conflitto in grado di decostruire e rovesciare il piano dello “scontro di civiltà”.