L'Associazione esposti amianto (Aea) torna alla carica e denuncia, di fronte ai cancelli che recintano i 29 ettari dell'ex caserma dei Prati di Caprara, i rischi connessi all'amianto dei siti abbandonati e non ancora bonificati.
Questa volta nel mirino dell'associazione presieduta dal dottor Vito Totire ci sono le strutture e le aree militari: “Una situazione che non per nulla sotto controllo. I siti militari non devono godere di nessun tipo di malintesa immunità o deroga perché l'amianto che si disperde a partire da queste strutture è cancerogeno esattamente come quello proveniente da strutture civili o industriali".
Le segnalazioni dell'associazione non riguardano solo l’area dei Prati di Caprara, dove è visibile una tettoia di amianto (ma "all'interno dell'area potrebbero esserci altre strutture") che, per Totire, "è visibile anche ai pazienti dell'ospedale Maggiore". L'ex caserma dei Prati di Caprara non era censita.
Ci sono poi le aree Staveco dove, ad esempio, l'amministrazione comunale ha convocato un tavolo per la gestione degli interventi di bonifica, ma probabilmente solo a seguito dell'interessamento di alcuni cittadini.
Poi c’è la Polveriera di Zola Predosa su cui, secondo l'Aea, c’è la massima attenzione. L'Asl ha fatto un sopralluogo a seguito di una segnalazione dell'Aea sulla presenza di amianto friabile e cartoni dello stesso materiale. Ma la richiesta di aggiornamenti, inoltrata dall'associazione a inizio 2007, e' rimasta senza risposta.
Anche in questa occasione, l'Aea torna a chiedere a gran voce il censimento dei siti e una bonifica più rapida, ma nel caso delle aree militari indica anche una data "congrua", quella del 31 dicembre 2007.
"Per quella data faremo una verifica - dice Totire - se ci sarà già un piano di lavoro vorraà dire che saremo in dirittura d'arrivo".
Intanto, in attesa anche dell'interrogazione parlamentare che il senatore dei Verdi, Mauro Bulgarelli, si è impegnato a presentare alla ripresa dei lavori del Senato, il dossier sulle aree militari dell'Aea è stato inoltrato alla Procura della
Repubblica "come una formale diffida".
Quella ai Prati di Caprara è la terza tappa della campagna di "deamiantizzazione" dell'Aea. L'ultimo appuntamento sarà il 30 agosto all'ex Casaralta. "Ma la campagna- preannuncia Totire- in realtà, non si fermerà qui. Continuiamo a ricevere segnalazioni di nuovi siti".
A tale proposito, c’è da segnalare il fatto che diversi cittadini interessati al problema dell’amianto e i consiglieri dell'Altra Sinistra hanno, in questi giorni, richiesto la presenza dell'assessore Merola in una commissione per approfondire quale è lo stato attuale delle caserme e dei siti acquisiti (bonifiche amianto e bonifiche terreni) e per conoscere quali reali proposte intende formulare l'Amministrazione e per attivare un percorso partecipato di decisione delle destinazione di tutte queste aree.
Da una rassegna stampa del 4 agosto 2007 le altre caserme dismesse sono 7 che si aggiungono alle altre 12 restituite a maggio 2007.
Dodici ex caserme dismesse, per un totale di 600.000 metri quadrati, localizzate nella provincia di Bologna; le 7 dentro i confini di Bologna sono:
- una parte della caserma D'Azeglio di viale Panzacchi
- i locali dell'ex birreria della caserma Mameli di Porta s.Felice;
- la postazione CBP di San Pancrazio (tra Zola Predosa e Ponte Ronca);
- la caserma Masini (ex compagnia atleti) di via Orfeo;
- l'ex polveriera di Monte Albano vicino a San Luca;
- l'ex teatro caserma Minghetti;
- il comprensorio dei Prati di Caprara.
Ai 7 pezzi della città si aggiungono altri 5 tra le aree di Anzola, Monteveglio, Ozzano e Pianoro.
Un cittadino preoccupato per la presenza di tettoie di amianto nella caserma Mazzoni di via delle Armi (dismessa da ormai 3 anni) ha inviato alla redazione di www.zic.it un reportage fotografico in cui si vede come il tetto di eternit sia vicino alle persone che transitano a piedi ed in bici.
In via delle Armi la strada e la pista ciclabile camminano a lato della Caserma Mazzoni. I passanti sulla strada ed i passanti sulla pista sono esposti agli effetti di uno sfaldamento dell'eternit.
La sequenza delle foto che ci sono state inviate mette in evidenza:
- soldati che vanno a staccare il cartello di ZONA MILITARE LIMITE INVALICABILE;
- carabiniere che critica i militari perchè hanno staccato anche un cartello che era utile alla caserma dei CC situata a fianco della Caserma Mazzoniattaccata;
- un militare che va via con il cartello sotto il braccio.