L’opera narra di Elide Cenacchi (staffetta partigiana della Brigata di Arrigo Boldrini che liberò Ravenna dai nazifascisti) e dell’incontro che a 90 anni ha con un giovane poeta napoletano. Tra i due nasce una profonda amicizia, che dà vita a un intenso confronto culturale e generazionale. Tra chi fu testimone e protagonista di un’eroica lotta di liberazione e chi oggi fa i conti con una realtà che sembra rimuovere e mettere in discussione i valori fondanti di quella lotta e della stessa democrazia. Attraverso il vissuto di Elide (raccolto in un’agenda che la donna custodisce) emergono le motivazioni e il senso di quell’esperienza e il grande contributo che le donne dettero e continuano a dare in generale all’emancipazione umana. Mentre Elide - con il suo spirito positivo e ironico - mette in risalto gli aspetti più umani e divertenti di quelle vicende, il giovane - rivedendosi in quei ragazzi che rinunciarono alla giovinezza e alla vita - ne rivive il dramma, in una sorta di surreale dissolvenza storica e temporale, che fa riemergere fatti, luoghi, canti e briganti napoletani, partigiani romagnoli e canzoni della resistenza interpretate da autori contemporanei.
Michele Zizzari è un autore poliedrico che fonda le sue radici nel sociale. Con le sue opere poetiche e teatrali (delle quali è anche regista, scenografo e interprete) ha attraversato centri sociali, circoli culturali, universitari ed artistici, spazi teatrali della cultura alternativa e dell’underground partenopeo e italiano, animando e fondando diversi gruppi di azione creativa e sociale. Autore di diverse raccolte poetiche inedite (come Sudori inediti, Balzi ribelli, Approdi inceppati e Nudi e crudi) e di racconti (come la raccolta inedita 7 strane storie, il breve romanzo Sottopunto e una serie di racconti per ragazzi come Treni ribelli e Pesce Fritto innamorato).
Nel ‘95 gli viene assegnato il Premio Nazionale Selezione Poesia per il testo Sudori inediti e nel ‘96 il Premio “Napoli é”, nonché segnalato dal Premio Jacques Prevert sia per la sezione narrativa che per la sezione poesia. Nello stesso anno il regista napoletano Mimmo Laudando con la compagnia Marcovaldo porta in scena un suo testo poetico-sperimentale dal titolo L’ululato. Mosso da forte impegno civile ha collaborato (sulla base di progetti da lui stesso proposti) con istituti scolastici, enti pubblici e associazioni in programmi creativi, educativi e terapeutici per il recupero e l’integrazione sociale di pazienti psichiatrici, detenuti e immigrati, per l’inserimento scolastico di portatori di handicap, di “ragazzi difficili” e bambini non scolarizzati o zingari.
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