La campagna di linciaggio politico che in queste calde giornate di agosto si è scatenata nei confronti di Francesco Caruso denota, non solo l’ipocrisia trasversale del mondo politico e istituzionale, pronto a criminalizzare qualsiasi voce dissonante, ma anche e soprattutto l’isteria collettiva che accomuna la “casta” degli intoccabili del potere quando si toccano alcuni nervi scoperti del sistema neoliberista, come il dramma sociale della precarietà.
Dinanzi all’immobilismo del governo di centro-sinistra, bisogna avere il coraggio di alzare la voce e denunciare i disastri sociali e umani che i processi di precarizzazione continuano a determinare, ogni giorno, nei luoghi di lavoro e nell’esistenza stessa di milioni di esseri umani, soprattutto giovani.
È inutile girare attorno al problema mostrandosi ipocritamente scandalizzati per non centrarlo: al di là di una parola in più pronunciata o usata male, resta inequivocabile un dato politico con il quale tutti sono chiamati a confrontarsi: il pacchetto Treu e la legge 30, portano in carico un’importante fetta di responsabilità nei confronti delle troppe tragedie che assediano il mondo del lavoro, specie in un Paese in cui i contesti lavorativi hanno subito un generale arretramento dal punto di vista dei diritti. E questo perchè la prima e più importante difesa della sicurezza sul lavoro, sta nella capacità di controllo e nella forza contrattuale dei lavoratori stessi, nella possibilità di sottrarsi alle condizioni più brutali e spregiudicate. La responsabilità di questi processi non è invisibile: ricade su un’intera classe politica e sui poteri forti che la sorreggono.
La polemica di questi giorni rimette al centro dell’attenzione quel conflitto sociale che dobbiamo rilanciare con forza in autunno, contro gli accordi tra governo e sindacati confederali, circa la precarietà e le pensioni; accordi che nel migliore dei casi si attestano all’esistente, mettendo comunque a nudo l’ipocrisia di un centro-sinistra che nei fatti contraddice persino i propri flebili impegni elettorali e di programma.
Esprimiamo la nostra piena e convinta solidarietà a Francesco Caruso e al suo tenace tentativo di resistere ai processi di sussunzione e omologazione tipici dei luoghi tradizionali della rappresentanza: una voce di eresia e di disobbedienza all’interno del palazzo, che cerca di dare voce ai senza-voce, agli invisibili, provocherà sempre scompiglio nei santuari della politica dei politicanti e roboanti condanne da parte della “casta” degli intoccabili, ma anche solidarietà e sostegno dal corpo vivo della società, da chi sulla propria pelle, nelle proprie carni, sui propri corpi, nella propria stessa vita, fa ogni giorno i conti con i disastri sociali creati dal neoliberismo e dai suoi accoliti di destra e di sinistra.
Action (Roma), Centro sociale Depistaggio (Benevento), Laboratorio sociale Millepiani (Caserta), Radio croma (Cosenza), Spazio Sociale Filo Rosso (Cosenza), Centro Sociale GrottaKapovolta (Avellino), Federazione Rdb/Cub di Napoli, Movimento precari autorganizzati Rdb, Unione Disoccupati Napoletani, Movimento di lotta per il lavoro Banchi Nuovi (Napoli), Sindacato Lavoratori in Lotta (Napoli), movimento disoccupati autorganizzati B. Buozzi (Acerra), Laboratorio sociale occupato Buridda (Genova), Csoa La talpa e l’orologio (Imperia), Associazione Senza Frontiere (Napoli), Rete conto il caro vita (Salerno), Movimento di Lotta per il Lavoro ed il Reinserimento Sociale (Salerno), Movimento Disoccupati Cava dei Tirreni, R.S.A. Cobas Comune Salerno, Centro sociale autogestito Asilo Politico (Salerno), INSU TV (Napoli), rivista "Il Ponte" (Molise), associazione ‘O Ruofolo-Sant’Angelo a Scala (Av),
don Vitaliano Della Sala, don Andrea Gallo, Franco Piperno, Nunzio D’Erme, Pierpaolo Leonardi, Luciano Scateni, Andrea Cinquegrani, Rita Pennarola, Margareth Cittadino CGIL Sanità, …
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