Per i migranti i diritti non sono un "problema" di questo governo

La legge Bossi-Fini cambia... ma in peggio

Con una direttiva interministeriale tra Amato e Mastella viene permessa l'identificazione in carcere dei migranti non comunitari da espellere e rende più efficiente il sistema dei rimpatri. Vengono anche introdotte nuove procedure che prevedono una più stretta collaborazione tra le autorità carcerarie e le forze di polizia.
31 luglio 2007

Coordinamento migranti manifesto Mentre continua a creare disagi e incazzature la procedura di rilascio e di rinnovo dei permessi di soggiorno presso le Poste, definita sabato scorso alla Festa di Liberazione dal Ministro Ferrero una vera schifezza. Mentre non si conoscono i tempi del passaggio delle competenze agli Enti Locali. Il ministro dell'Interno Amato e il Guardasigilli Mastella hanno firmato una direttiva interministeriale che permette l'identificazione in carcere dei migranti non comunitari da espellere e rende più efficiente il sistema dei rimpatri.
Con la direttiva si introducono, infatti, nuove procedure che, attraverso una più stretta collaborazione tra le autorità carcerarie e le forze di polizia, consentiranno l'espletamento di tutte le pratiche necessarie all'identificazione durante la permanenza in carcere degli immigrati dei paesi extra Unione Europea.
Una volta ottenuta l'identificazione il detenuto sarà poi trasferito in un penitenziario quanto più possibile vicino al luogo di partenza del vettore prescelto. E da qui, al momento della scarcerazione, che sarà comunicata con debito anticipo dalle autorità carcerarie alla Questura, lo straniero sarà rimpatriato.
E’ veramente curioso, il governo di centro-sinistra sembra che abbia un sacco di problemi ad abrogare le cose peggiori della legge Bossi-Fini, mentre tutti i provvedimenti che restringono le libertà dei migranti passano senza colpo ferire.
Infatti, vengono ribadite quasi ossessivamente le difficoltà ad effettuare
il cambiamento dell’attuale sistema di rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno. Dal governo si dice che prima è necessario creare infrastrutture e predisporre i mezzi che consentano un effettivo passaggio delle competenze e procedure presso i Comuni e i Quartieri. Inoltre la convenzione tra le Poste e il Ministero degli Interni, che ha portato all'attuale vergognosa procedura, è stata firmata dal Governo Berlusconi e prevederebbe una forte penale di indennizzo in caso di cancellazione della convenzione da parte dell'esecutivo. Il Ministro dell'Interno Amato potrebbe rescindere la convenzione con le Poste per la manifesta inefficienza e inefficacia della procedura a rispondere alle domande presentate, che può essere addebitata alle Poste come "mancato rispetto della convenzione", ma preferisce che tutto rimanga come ora facendo pagare ai migranti costi economici altissimi e disagi al limite della sopportabilità.
Per quanto riguarda il sistema delle espulsioni, il Viminale ha invece le idee più chiare: "Intendiamo rendere più efficiente il sistema delle espulsioni che si è dimostrato, almeno a partire dall'anno 2003, molto poco efficace proprio per la difficoltà a identificare i soggetti da allontanare. E si alleggerirà, nello stesso tempo, la pressione sui Cpt, dove questi soggetti venivano destinati al momento della scarcerazione per essere identificati (con un tempo massimo di 60 giorni, dopo essere stati in carcere spesso per anni)".
Insomma, per i diritti dei migranti sembra esserci un orizzonte molto lontano... al peggio, invece, pare proprio che non ci sia mai fine.