Due ragazze, un tavolo e poco altro sul palco. Ma oltre alle due ragazze la coprotagonista è la telecamera installata su un trepiedi. Essa balla insieme alle ragazze, l’attenzione del pubblico si divide fra le attività apparentemente semplici delle attrici e le “fotografie” realizzate con la telecamera. Quello che colpisce è la preparazione di tali immagini, dei focus su determinati oggetti o parti del corpo. Come la mani attorniato da brillantini che allude per l’accostamento dei colori ad evento tragico. Questa capacità di isolare il dettaglio conferisce forza alla rappresentazione, frutto della ricerca della dimensione estetica. Ed in alcuni casi la ricerca di una delle attrici che si inserisce all’interno dell’inquadrature della telecamera, precedentemente fissata. La sua è anche un indagine sugli stereotipi della vita femminile; l’allusione al nudo è molto delicato, il ritmo non è per nulla incalzante e ritengo che la scelta della musica in alcuni frangenti possa non essere stata adeguata, ma se l’obbiettivo prefissato fosse stato, come immagino, quello dell’interazione dei differenti generi lo si può considerare raggiunto.