Roma. Giovedì la violenta spedizione fascista al termine del concerto della Banda Bassotti a Villa Ada, nel corso del quale un ragazzo è stato ferito da nove coltellate (per fortuna non corre pericoli). Sabato il processo per direttissima a due degli spettatori, fermati dopo l'arrivo delle forze dell'ordine.
Carabinieri e Polizia, infatti, sono giunti sul posto dopo mezz'ora dall'assalto, quando i fascisti si stavano ormai allontanando. Non ne hanno fermato nessuno. A detta di alcuni testimoni avrebbero invece cominciato a deridere gli spettatori ancora presenti, fermandone poi una quattro dopo alcuni momenti di tensione. Due sono stati rilasciati la mattina successiva, ma denunciati a piede libero. Per altri due, invece, ha preso il via il processo per direttissima con le accuse di danneggiamento aggravato, violenza, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Dopo che l'udienza è stata trasferita dal giudice monocratico ad una corte colleggiale per la gravità delle accuse, il p.m. ha chiesto gli arresti domiciliari per entrambi gli imputati (che sono incensurati). La richiesta è stata respinta ma è comunque scattato l'obbligo di frima giornaliero fino alla prima udienza fissata per il 6 luglio. Fuori dal tribunale decine di antifascisti hanno dato vita ad un presidio di solidarietà con i fermati.
Ascolta l'intervista di Vagamondo in diretta dal presidio davanti al Tribunale.
Nel frattempo la Banda Bassotti ha diffuso un comunicato che inquadra l'episodio di Villa Ada in un contesto a dir poco preoccupante: "I fascisti ci sono sempre stati; hanno negozi, sezioni, siti web e addirittura centri sociali (vero Sindaco?) dove si vende e si distribuisce materiale razzista, revisionista e negazionista… Si presentano alle elezioni insieme a quello che viene chiamato “centro-destra”… le loro bandiere sventolavano anche sotto il palco del Family Day, vanno in televisione, e nelle curve degli stadi… non vediamo realmente dove sia la novità in tutto questo… (...) I fascisti aggrediscono con i coltelli, quasi sempre feriscono, a volte uccidono e spesso non vengono presi…".