Stamattina un gruppo di pendolari campani ha occupato la stazione Tiburtina a Roma in segno di protesta. L'occupazione è iniziata alle 4.25 e ha coinvolto circa duecento persone. Le motivazioni addotte dai protestanti sono due: il mancato rinnovo dello sconto del prezzo del biglietto, che permetteva ai viaggiatori di percorrere la tratta Napoli-Roma a 15 euro anziché a 40, e la cancellazione di un treno che partiva da Napoli alle 23.
I disagi causati sono stati notevoli: 30 treni a lunga e media percorrenza e 80 treni regionali del Lazio non hanno potuto svolgere il loro normale servizio, altri 9 treni, provenienti dal nord, sono stati deviati via Pisa. Le migliaia di passeggeri coinvolti sono stati costretti nelle carrozze, in una giornata afosa, a sopportare fino a sei ore di ritardo. Tantissime le proteste dei viaggiatori, infuriati e sparsi per mezz'Italia che, a loro dire, non hanno ricevuto notizie ufficiali sulla motivazione del blocco della linea ferroviaria. Sui treni inoltre sono stati individuati un centinaio di passeggeri che hanno suggellato la loro protesta rifiutandosi di pagare il biglietto. Lo stesso sindaco di Roma, notando l'asprezza dei modi della protesta e il forte peso dei disagi conseguiti ha dichiarato: “anche le proteste devono essere misurate rispetto ai disagi che si ripercuotono nei confronti dei cittadini. In questo paese bisogna ritrovare il modo di protestare che sia il meno insopportabile possibile per la vita dei cittadini''.