Progetto Melting Pot Europa

Una passeggiata nell'Inferno del CPT

La giornalista Milena Zappon racconta l'esperienza agghiacciante nel CPT di Gradisca, "aperto" alla stampa dopo la Direttiva Amato, svelando le ennesime mistificazioni messe in atto per rimandare la chiusura dei centri di accoglienza.
19 giugno 2007 - Susanna Pedone

progetto per la promozione dei diritti alla cittadinanza Lunedì 11 giugno alle ore 11.00 i giornalisti hanno avuto il permesso di visitare i CPT. Un evento quasi storico, visto che è soltanto la seconda volta che accade ( nella prima la visita è toccata al centro di Lampedusa). Sul sito "progetto melting pot per l'europa" si può leggere per intero il racconto agghiacciante della giornalista Milena Zappon. Come lei stessa afferma, nonostante ciò che vogliono far credere, è difficile non pensare che ciò che è posto sotto gli occhi dei giornalisti non sia stato "ritoccato". La visita sembra una parodia grottesca di una gita scolastica: la cooperativa ha preparato anche delle cartelline con dei documenti sulla gestione del Cpt e un cd rom. Vengono dati anche indicazioni e consigli: “è preferibile non intavolare discussioni ma osservare la struttura… per rispettare la privacy degli ospiti”. Durante il discorso il centro viene definito un “contenitore di persone”. I migranti trattenuti all’interno vengono chiamati “ospiti”, mentre loro si ritengono "detenuti" a pieno titolo. Finanche nelle espressioni linguistiche, l’apertura dei CPT alla stampa, annunciata dalla Direttiva del Ministero dell’Interno del 24 aprile, si rivela per quello che è: una grandissima presa in giro, un'operazione pubblicitaria del centrosinistra che si nasconde dietro la facciata dell' umanizzazione delle strutture per evitare di affrontare il nodo centrale della questione, ossia la chiusura dei CPT. Durante la visita agenti in borghese controllano che nessuno devii dal percorso organizzato. Il clima è davvero teso, riuscire a parlare con gli immigrati è stato, per la giornalista, davvero difficile. I racconti davvero terribili: condizioni di vita impossibili, comunicazioni con l'esterno quasi del tutto tranciate. L'articolo della Zappon è davvero il racconto di un giro all'Inferno. Chi è interessato può leggerlo per intero all'indirizzo http://www.meltingpot.org/articolo10687.html