Portando con sè la promessa di reali cambiamenti nella vita degli immigrati, la nuova proposta di legge Amato-Ferrero è ormai prossima al consenso del Parlamento. E’ invece tutt’altro che vicina dall’essere approvata dai migranti stessi, che la ritengono l’ennesima presa in giro.
Domenica 17 giugno il coordinamento migranti di Bologna e provincia ha organizzato nei locali dell’ex mercato ortofrutticolo di via Fioravanti 24 un’assemblea sulla nuova proposta di legge, che vuole aprire gli occhi a chi non conosce la realtà dei fatti, perchè molte verità vengono celate a favore di un più comodo silenzio. In realtà, l’Amato-Ferrero, più che come una legge vera e propria, è nata come una legge delega, cioè un modo per consentire al governo di prendere ancora tempo prima di presentare una legge definitiva. Pertanto, questa proposta di legge non fornisce alcuna garanzia sui miglioramenti delle condizioni di vita e di lavoro dei migranti. In effetti, dietro alle tante promesse dell’Amato-Ferrero, sembra che molto poco sia destinato a un significativo cambiamento. La nuova legge parla di eliminazione del contratto di soggiorno per lavoro e di un aumento della durata del permesso di soggiorno, da uno a tre anni, se si ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato: la schiavitù del binomio permesso di soggiorno-contratto di lavoro nei confronti del migrante è tutt’altro che risolta. Inoltre, i centri di permanenza temporanea resteranno aperti e la possibilità di ritirare i contributi in caso di espulsione continua ad essere negata. Questi e altri punti oscuri della nuova proposta di legge saranno discussi domenica pomeriggio a partire dalle 15 nell’assemblea del coordinamento migranti locale, un momento di confronto tra coloro che saranno interessati in prima persona ai rinnovi e alle conseguenze che deriveranno dall’Amato-Ferrero.
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