Continuano a Vag 61 le iniziative per il trentennale del movimento del '77

L'insurrezione di Paolo Pozzi

Sarà lo scrittore Valerio Evangelisti a presentare il romanzo, edito da DeriveApprodi, che racconta la storia di una generazione (quella degli anni Settanta). Il libro,scritto da Paolo Pozzi, racconta le lotte operaie nelle fabbriche in preda alla ristrutturazione, i primi espropri nei supermercati, le autoriduzioni, le occupazioni delle case, l'illegalità di massa. "Insurrezione" verrà presentato a Vag 61, via Paolo Fabbri 110 a Bologna, mercoledì 13 giugno 2007 alle ore 21.
11 giugno 2007

Paolo Pozzi Insurrezione Ancora un appuntamento della rassegna "1977, il complotto alla luce del sole". Sono tante le iniziative che si sono tenute a Vag 61 per il trentennale del movimento del '77.
Valerio Evangelisti presenta il romanzo di Paolo Pozzi "Insurrezione" della casa editrice DeriveApprodi,uscito lo scorso marzo. Naturalmente alla serata parteciperà l'autore Paolo Pozzi.

"Insurrezione è una storia degli anni Settanta. Allora c'era un movimento fatto di donne e uomini che pensavano di cambiare il mondo.
In modo radicale. Con una rivoluzione. Quelle donne e quegli uomini pensavano che cambiarlo potesse anche essere divertente. Anzi o era divertente o non valeva la pena. Tutto e subito. Non si poteva rimandare nulla a dopo. Poi quel movimento è stato preso in una morsa ed è rimasto stritolato. Molti si sono fermati o sono stati fermati. Molti dal movimento sono passati alle formazioni armate. Molti hanno pensato che l’unica giustizia era quella proletaria. Alcuni, non pochi, si sono pentiti, cioè sono diventati delatori.
È quindi anche una storia terribile. È una storia fatta di vivi, morti e morti ammazzati. È una storia dolorosa per il dolore arrecato e sofferto. È una storia che narra di giovani.
Insurrezione è un libro scritto più di vent'anni fa con una Olivetti Lettera 22, che con il suo proprietario ha transitato per le carceri di mezza Italia. Le vicende narrate hanno come epicentro l'esplosione dell'anno 1977 e il periodo precedente della sua incubazione. Lo scenario è quello di una Milano attraversata da orde giovanili che sperimentano con allegria e repotenza nuove forme di relazioni lavorative, sociali, affettive, culturali.
Pozzi riesce a descriverle con una intensità impareggiabile ma sempre ironica e a volte decisamente comica.
È la «presa diretta» su quegli eventi che rende il libro unico nel narrare vicende che hanno segnato la storia di una generazione e quella del nostro paese: le lotte operaie nelle fabbriche in preda alla ristrutturazione; i primi espropri nei supermercati, le autoriduzioni, l'occupazione delle case, l'illegalità di massa e il costituirsi delle pratiche armate diffuse.
All'interno di questi scenari Pozzi colloca i suoi personaggi, in preda a una trasformazione continua, repentina, pervasiva che soprattutto li sconvolge sul piano affettivo. È il velocissimo farsi di un movimento che esprime nuovi bisogni, nuove pratiche e che esplode nell'anno 1977.

Paolo Pozzi (1949) si laurea in Sociologia a Trento nel 1972. Successivamente, a Milano, milita nella componente dell’autonomia operaia che si raccoglie attorno la rivista «Rosso», di cui è stato redattore. Nel 1979 viene arrestato nell’ambito dell’inchiesta 7 aprile e sconta diversi anni di carcere. Oggi è dirigente di una società che si occupa di beni culturali.


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