"La voce precaria del giornalismo" a Vag61

Un giornale per i precari

Mercoledì sera il dibattito pubblico organizzato dalla Rete ricercatori precari di Bologna ha portato a un confronto tra giornalisti contrattualizzati e non. Intervento della giornalista Cristina Morini, che ha parlato del progetto di "City of Gods".
8 giugno 2007 - Ilaria Soda

Non è un fenomeno isolato. Non sono solo casi sporadici. Il precariato è una realtà che ormai da qualche anno si è insinuata nel mondo del lavoro. Il sogno di un contratto a tempo indeterminato va sempre piu' affievolendosi, mentre per i nuovi lavoratori, magari reduci da un lungo e faticoso percorso di studi, si prospettano solo possibilità di stage, o, nella piu' rosea delle ipotesi, contratti a tempo determinato. Secondo una ricerca di Unioncamere, nel 2006 le assunzioni precarie sono state del 53,7%, superando di oltre il 7% quelle a tempo indeterminato. La piaga del precariato incombe su tutto il mondo del lavoro, e si fa piu' forte nell'ambito dell'informazione.

Mercoledì 6 giugno i locali di Vag61 hanno ospitato l'iniziativa "La voce precaria del giornalismo" organizzata dalla Rete ricercatori precari di Bologna, a cui hanno preso parte vari esponenti dell'informazione, in particolare Marco Trotta (giornalista di Carta) e Cristina Morini che ha presentato il progetto "City of Gods". Il dibattito pubblico ha visto il confronto tra le varie esperienze di lotta al precariato, del loro evolversi nelle varie parti d'Italia.
Risale all'ottobre del 2005 la vertenza del rinnovo contrattuale dei giornalisti, un rinnovo che aveva subito puntato sulla precarietà in forme realistiche. E' in questo momento che si è cercata la prima collaborazione con la Confederazione Nazionale della Stampa, che sembrava dimostrare interesse piu' di altri sindacati. Marco Trotta, giornalista di Carta, ha sottolineato la gravità della situazione che si è venuta delineando negli ultimi due anni sulla scena del giornalismo italiano."L'ultima vertenza si è intrecciata con una forma di lotta -ha detto- Mai i giornali avevano scioperato per così lungo tempo".

L'odissea che ha caratterizzato gli ultimi due anni l'informazione italiana, ha visto delle evoluzioni importanti come il convegno del 30 maggio 2006 a Roma, in cui si sono messi a confronto vari ambienti lavorativi, segno che la precarietà interessa non solo il giornalismo, ma ormai gran parte del mondo lavorativo. Nonostante la presenza in questa occasione del segretario giunto della Confederazione Nazionale della Stampa, il sindacato che meglio sembrava prestare attenzione alle iniziative che venivano man mano organizzate contro il precariato, ha fatto gradualmente marcia indietro. Nonostante ciò, i precari di tutta Italia hanno trovato nel MayDay un giorno di sfogo, durante il quale manifestare in difesa dei propri diritti. Il fatto che a Roma fossero presenti piu' ricercatori che giornalisti, ha fatto pensare che i tempi fossero maturi per uscire dal guscio.
E' in questa occasione che nasce a Milano "City of Gods". Cristina Morini, giornalista RCS, ha parlato a lungo del progetto, dei motivi che ne hanno spinto la creazione e degli obiettivi che si propone. Se la la precarietà nell'informazione si traduce in 17.000 giornalisti assunti e 80.000 senza contratto, la realtà in altri contesti lavorativi non è diversa. "City of Gods nasce come punto di incontro e di riferimento -ha detto la Morini- delle realtà di lavoro precario sulla scena milanese. E' un progetto non organizzato, un free press che non vuole fare informazione, ma vuole solo raccontare ciò che i precari hanno da dire". 'Falsa' copia del giornale gratuito che viene distribuito nelle metropolitane, "City of Gods" ha raccolto nel suo secondo numero, uscito in occasione della MayDay del 2007, gli interventi non solo di giornalisti, ma anche di studenti, di ricercatori precari, operatori sociali e precarizzati dello spettacolo e della moda, che a Milano costituiscono gran parte del cosiddetto "terziario avanzato". Anche se non abituati a scrivere come i giornalisti di professione, i protagonisti del secondo numero di "City of Gods" hanno messo su carta le loro opinioni, tra sincerità e ironia, facendo nascere articoli di quel sapore "eversivo" che rende così particolare questo giornale. "La precarietà -ha aggiunto Cristina Morini- non costituisce l'unico problema per chi lavora nel campo dell'informazione: le aziende sono in continua ristrutturazione e i confini tra precari e non sono molto labili", per questo anche giornalisti non precari, come la Morini stessa, hanno portato avanti il progetto "City of Gods" che costituisce un'importante passo in avanti nella lotta al precariato.

Presenti al dibattito erano anche i redattori di "Fatti", giornale free press nato nella e per la realtà locale bolognese. Il primo numero, uscito questo mese, riporta un articolo che piu' che di veri e propri lavoratori precari, si interessa di chi del lavoro, anche precario, ha visto solo il miraggio: gli stagisti. Quel che è per eccellenza un elemento di formazione fondamentale, si traduce spesso in uno strumento usato dalle aziende per colmare la mancanza di personale.
A Bologna, sono diverse le reti precarie che si sono costituite, anche al di fuori del contesto dell'informazione. L'obiettivo è quello di mettere insieme tutte queste realtà per procedere a una lotta concreta.