A Bologna solo il 48% degli studenti fuori sede ha il contratto d’affitto in regola, mentre tra gli altri almeno il 26% é in “nero”, perché il padrone di casa non ha registrato il contratto o non lo ha dichiarato nei propri redditi.Questo risulta dall’indagine condotta insieme da Guardia di Finanza, Comune e Università di Bologna, in seguito alla quale é stata lanciata una campagna informativa per la regolarizzazione degli affitti, attraverso la distribuzione,anche tra gli studenti, dell’opuscolo “Affitti in nero, convenienza zero”. L’indagine é stata condotta per mezzo di un questionario, che i finanzieri hanno inviato ad un campione di 720 su 12500 fuorisede individuati in città. Solo 520 hanno risposto e tra questi meno della metà é risultato in regola, per chi non risponderà sono previste sanzioni dai 258 ai 2065 euro. Gli enti contano sull’effetto deterrente dei controlli, considerando che un 2% degli intervistati ha subito provvedutoa regolarizzare il contratto.L’indagine ha mostrato anche che in genere gli studenti sono disinformati rispetto alla normativa, e anche per questo motivo verrà distribuito l’opuscolo informativo, che sarà anche pubblicato sul portale dell’ateneo, e dal 1 luglio sarà aperto in zona univerisitaria uno sportello dedicato ai fuorisede.
Il popolo degli studenti fa guadagnare ogni anno a questa città 500 milioni di euro, ma secondo il rettore Ugo Calzolari questo patrimonio nel giro di qualche anno é destinato ad estinguersi, visto che i costi di Bologna sono proibitivi e questo potrebbe far perdere all’Università la sua attrattiva.È chiaro che la questione dei costi alti entra direttamente nel problema degli affitti e della loro regolarizzazione.
Per il sindaco Cofferati quelli emersi sono dati significativi che offrono uno spaccato attendibile della situazione in città,e conta molto sulla campagna intrapresa in vista di una "regolarizzaione per intero del mondo del nero’”. Al contrario Alberto Zanni, presidente provinciale dell’Uppi(Unione piccoli proprietari immobiliari), invita ad evitare gli allarmismi, giudicando questi dati poco significativi visto che sono calcolati su una percentuale davvero esigua di studenti rispetto al numero effettivo di fuorisede.