La proposta del kit antidroga da distribuire alle famiglie bolognesi, lanciata dall'assessore alla Salute Giusepe Paruolo, ha avuto ancora un "no", secco e chiaro, da parte dell’Altra Sinistra in Consiglio Comunale.
Nella seduta di oggi pomeriggio, a Palazzo d’Accursio non sono mancate neppure le battute da parte dell’indipendente Valerio Monteventi: “Se l’assessore Paruolo avesse visto il film “American Beauty”, forse la proposta del kit non l’avrebbe fatta. Vi ricordate la famiglia Fitts, composta dal colonnello Frank Fitts, dalla moglie Barbara in perenne stato di shock, e dal figlio diciottenne Ricky. Il colonnello è un padre ansioso e brutale che sottopone il figlio a test antidroga a sorpresa. Al tempo stesso, però, ignora che il ragazzo, di mentalità piuttosto spregiudicata, è uno spacciatore di marijuana. Il colonnello però è incapace di comprendere che Ricky è un ragazzo particolarmente intelligente e che, per beffare il padre, ha sempre a disposizione nel frigorifero una scorta di “urine pulite” da offrire al genitore per i suoi test”.
Per l'Altra Sinistra i controlli di “stampo militaresco” avvallati dal Comune, sono poco attrattivi anche rispetto le famiglie, “a Milano – ha ricordato Monteventi – su 3.800 buoni mandati alle famiglie per il ritiro dei kit antidroga sono stati utlizzati in appena 30 casi”.
Il verde Roberto Panzacchi ha preso invece le difese di Milly Virgilio, l'assessora sgridata da monsignor Vecchi per aver giudicato "fisiologico" che si trovi droga nelle scuole: “Non sottovaluto il problema, ma il termine 'fisiologico' è perfettamente adatto, perché il tema va affrontato sapendo che esiste”.
Insomma, per i consiglieri rosso-verdi il test è sbagliato nel merito, ma anche nel metodo, visto che “l'assessore non è che abbia brillato per presenza quando in commissione Sanità e Politiche Sociali – ricorda Monteventi - abbiamo discusso del’uso e dell’abuso delle sostanze psicotrope con gli operatori del settore, i medici dei Sert, le associazioni di volontariato”.
I controlli di stampo militaresco sono esattamente il contrario di quello che un genitore può fare per aiutare il figlio a gestire il rapporto con le droghe.
Le famiglie possono aiutare i figli col dialogo, e ancor prima con l’esempio, ma soprattutto restituendo loro la responsabilità delle proprie vite.
Il problema della poliassunzione delle sostanze è un problema vero su cui bisogna fare una campagna di informazione a 360 gradi. Non tutte le sostanze fanno male allo stesso modo, chi ha delle responsabilità nell’amministrare la cosa pubblica ha il dovere di fare una distinzione sulla pericolosità, per poi concentrarsi sulle sostanze che provocano vittime.
Lasciamo i kit antidroga ai colonnelli da film e cominciamo a rispettare di più l’intelligenza dei ragazzi.