Nel 2013 182 donne maltrattate, in vario modo, sono passate dal pronto soccorso di Imola. Fino alla fine di ottobre 2014 sono già altre 170, il Corriere lo aveva riportato nei giorni scorsi. All’associazione Trama di terre, quella che da più tempo sul territorio si occupa del problema e che fa parte della rete dei centri antiviolenza Di.Re ne sono transitate fino a ieri 70. L’associazione Perledonne a sua volta nell’anno in corso ne ha accolte al proprio sportello di ascolto 32 (58 nel 2013 e 15 nel 2012). All’Asp ne sono state prese in carico 14. Sono le stesse che bussano a tutte le porte? Sono tutte donne diverse? Il dato incrociato non esiste. E viene spontaneo, ancora una volta, notare che anche sommando tutte e tre le cifre dell’accoglienza e confrontandole con quella iniziale dei passaggi al pronto soccorso, che già rappresenta appena la punta di un iceberg, la differenza è enorme.
È ARRIVATA a Imola ancora stravolta dall’odissea che l’ha tenuta bloccata in mare per tre settimane: oltre 20 giorni su un’imbarcazione di fortuna senza poter nemmeno fare una doccia.
«Imola non prenda paura, perché non c’è nulla da temere». È l’invito di Tiziana Dal Pra, presidente dell’associazione Trama di terre, alla vigilia dell’arrivo in città (previsto per domani) di cinque donne in fuga dall’Africa subsahariana.
IL CENTRO antiviolenza gestito in città dall’associazione Trama di terre ha aiutato lo scorso anno 73 donne e sono 15 (con nove bambini) quelle coinvolte nei progetti di accoglienza abitati...
Ragazze che vengono dal Pakistan, India, Bangladesh, Sri Lanka, Tunisia e Albania: hanno dai 17 ai 24 anni e spesso vengono costrette a sposarsi contro la loro volontà, anche in Italia. Un convegno sul tema per spezzare l’omertà