Violenza, l’appello delle associazioni
«Servono politiche concrete, una rete vera e fondi per contrastare il fenomeno»
di Laura Giorgi (sul Corriere di Romagna di sabato 29 novembre 2014)
IMOLA. I dati sono frammentari, ancora una volta. Ma quelle cifre sparse, prodotte da chi contro la violenza alle donne lavora ogni giorno, tracciano comunque un quadro che preoccupa e non accenna a migliorare.
Nel 2013 182 donne maltrattate, in vario modo, sono passate dal pronto soccorso di Imola. Fino alla fine di ottobre 2014 sono già altre 170, il Corriere lo aveva riportato nei giorni scorsi. All’associazione Trama di terre, quella che da più tempo sul territorio si occupa del problema e che fa parte della rete dei centri antiviolenza Di.Re ne sono transitate fino a ieri 70. L’associazione Perledonne a sua volta nell’anno in corso ne ha accolte al proprio sportello di ascolto 32 (58 nel 2013 e 15 nel 2012). All’Asp ne sono state prese in carico 14. Sono le stesse che bussano a tutte le porte? Sono tutte donne diverse? Il dato incrociato non esiste. E viene spontaneo, ancora una volta, notare che anche sommando tutte e tre le cifre dell’accoglienza e confrontandole con quella iniziale dei passaggi al pronto soccorso, che già rappresenta appena la punta di un iceberg, la differenza è enorme. E molte di quelle richieste di aiuto svaniscono nel nulla, ogni donna torna alla sua storia di sofferenza, al massimo fa da sé. Ieri la politica imolese ha cercato di riprendere in mano il tema in un consiglio comunale straordinario ad hoc che sul tema della violenza non si riaggiornava dal 2009. L’appello alla politica, dopo anche il documento critico presentato nei giorni scorsi dalla commissione pari opportunità, è arrivato ieri dalle associazioni. «Chiediamo che la politica si attivi per innescare finalmente un cambio culturale, la disparità di potere fra i generi è ancora una realtà e la violenza ne è una conseguenza. Facciamo di Imola una città amica delle donne» ha detto Maria Rosa Franzoni di Perledonne. Tiziana Dal Pra, presidente di Trama di terre, ha portato due storie, le ha pronunciate in prima persona. Quella di una donna imolese di 65 anni sfuggita a un marito che la vessava psicologicamente da sempre. Quella di una ragazza pakistana finita con i piedi spezzati a martellate dai familiari perché troppo ribelle. «Storie che non sono sui libri, sono fra le mura delle case di Imola, sono arrivate alla nostra associazione - ha detto Dal Pra -. Dove vanno a finire tutte quelle donne che passano dal pronto soccorso? C’è bisogno di una rete vera. C’è bisogno di politiche concrete, di soldi per metterle in atto. Il governo ha stanziato fondi alle Regioni, a Imola spettano 38 mila euro per i centri antiviolenza. Che siano spesi, dateli a chi volete ma dateli, c’è bisogno di case rifugio. Basta parole, e chiedo rispetto per il lavoro delle associazioni che si impegnano sul campo». Il Movimento 5 stelle nel suo intervento ha chiesto di convocare una commissione consiliare per fare il punto sull’offerta della città su questo fronte e per vagliare i progetti antiviolenza in campo anche per addivenire a una «distribuzione equa» dei fondi disponibili.