Ieri mattina (17 ottobre 2016), per le strade di Imola, ci imbattiamo nella "civetta" di un'edicola, dove un giornale locale titola: "Duello" per amore, grave 30enne. E poi non ci potevamo credere, ma poco più in là, all'edicola successiva, il titolo era stato corretto con il pennarello: la parola "amore" era stata sostituita con "possesso"! Finalmente una buona notizia: le persone iniziano a voler chiamare le cose con il loro vero nome!!! Forse qualcosina sta cambiando?
Vogliamo salutare il grande Dario Fo pubblicando la ripresa del suo intervento di tre anni fa al Teatro Ebe Stignani di Imola, quando ci fece l’immensa e inaspettata sorpresa di ricomparire per la prima volta in pubblico, dopo la perdita della compagna Franca Rame, per aiutarci a lanciare la campagna per lo Sciopero delle donne. Eravamo più di 500 quella sera, ad ascoltare una delle voci più libere, anticonformiste e lungimiranti che hanno abitato e fatto la storia di questo Paese.
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La violenza maschile sulle donne non ha colore, religione, né cultura ma è trasversale a tutte le società patriarcali perché serve a mantenere uno squilibrio di potere tra maschi e femmine. Tuttavia, sappiamo che vi sono forme di violenza importate con la migrazione, che ricadono principalmente sulla pelle delle donne migranti, quando non sono messe nella condizione di far valere i loro diritti.
Oggi scontiamo il risultato di politiche antirazziste “neutre” che hanno privilegiato i diritti culturali rispetto ai diritti individuali, rafforzando il patriarcato all'interno di alcune comunità migranti. Dobbiamo ricordarci di difendere la LAICITÀ non solo contro i fondamentalisti cattolici ma contro le ingerenze di tutte le religioni che oggi abitano questo Paese nella sfera pubblica e nelle scelte di autodeterminazione delle donne.
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Violenza contro le donne, femminicidi e abusi sono ancora oggi all'ordine del giorno: per questo è importante partecipare alla prima assemblea nazionale che si terrà l'8 ottobre a Roma in vista del corteo del 26 novembre.
Sono sempre di più le donne che sono vittime di abusi, violenze e femminicidi: per strada, in famiglia, sul lavoro, sul web, il corpo femminile è continuamente e costantemente sotto attacco. Oggi come non mai, anche e soprattutto dopo l'idea del ministero della Salute di lanciare il Fertility Day, serve trovare una coesione che vada a ribaltare i rapporti di forza oggi dominanti e a distruggere la cultura del possesso, che permea la nostra società. Pubblichiamo qui di seguito il comunicato che chiama questa prima assemblea nazionale, che si terrà l'8 settembre a Roma, all'Università di Roma La Sapienza.
Il 14 settembre è stata lanciata a Roma la Campagna Nazionale "Guardiane della Terra - la salute delle donne è il futuro del pianeta".
Oltre cinquanta realtà associative tra comitati territoriali, organizzazioni ecologiste, società scientifiche e istituti di ricerca intendono in questo modo denunciare la totale mancanza, nelle politiche ministeriali a tutela della salute femminile, riproduttiva e infantile, delle tematiche ambientali.
Il Manifesto per la Salute delle Donne lanciato nell'aprile scorso dalla Ministra Lorenzin in occasione della 1° Giornata Nazionale per la Salute delle Donne (celebrata lo scorso 22 aprile), come il recente lancio dell'infelice campagna per il Fertility Day confermano la scarsa attenzione dedicata dalle istituzioni alla prevenzione primaria, e dunque all'eliminazione delle cause delle malattie.
A partire da quelle ambientali, che hanno enorme impatto sulla salute delle donne.