Pubblichiamo questo articolo di Giovanni Bucchi su "Business People". Ci voleva una “militante femminista non pentita” come Tiziana Dal Pra per mettere in piedi la prima associazione che dal 2008 in Italia si occupa di contrasto ai matrimoni forzati, in difesa delle donne immigrate. Non che Trama di Terre faccia esclusivamente ciò, anzi. La lotta alle unioni coatte è solo una delle tante attività che svolge questa onlus di Imola, città cerniera tra la Romagna e l’Emilia. Dal centro antiviolenza a quello interculturale, passando per i corsi di italiano, l’accoglienza abitativa, la biblioteca, il sostegno alle rifugiate fino alla mediazione culturale, è tutto un fiorire di iniziative tra le mura di quei locali, dove un tempo erano ospitati i Testimoni di Geova, mentre oggi c’è un crocevia di culture, lingue e tradizioni.
Avvicinarsi ai femminismi implica sempre un grande sforzo e un grande dispendio di energie. Se hai 20 anni, oggi, in Italia, lo sforzo è doppio.
Da una parte una generazione di madri che non è riuscita a trasmetterci la potenza di ciò che hanno ottenuto grazie alle loro lotte.
Dall’altra, una società che ci concede sempre meno spazio, che ci cataloga, che ci “mette un prezzo”, e infine ci vende al miglior offerente.
La fatica è doppia perché, a differenza delle nostre madri, noi la disuguaglianza non la vediamo in faccia. La mascherano, ci dicono che abbiamo già raggiunto la parità, ci parlano di quote rosa, ci fanno credere che fare la velina sia un lavoro come un altro e che non danneggia le altre donne.
Così siamo cresciute in questo ventennio maledetto senza renderci conto della gabbia in cui siamo rinchiuse.
Se non hai la fortuna di nascere in una città dove è visibile la pratica femminista arrivi a pensare che i movimenti di donne in questo Paese siano morti.
Magari ti consoli leggendo durante l’estate Simone De Beauvoir e decidi di arrenderti di fronte a qualcosa che percepisci infinitamente più grande di te.
Io stessa, sebbene sia cresciuta e diventata femminista dentro al Centro interculturale delle donne di Trama di Terre, fino a poco tempo fa non ero consapevole di quanto fosse grande e variegata la rete dei femminismi italiani.
C’è un libro preziosissimo però – da pochi giorni ha “compiuto” un anno – che è riuscito a darmi un’idea della storia dei movimenti, gruppi, reti e collettivi femministi che si sono succeduti dal 2000 a oggi: è «Irriverenti e libere» di Barbara Bonomi Romagnoli.
Il 25 aprile del 1945 ha sancito la Liberazione.
Liberazione dalla dittatura fascista, dal regime, dalla violenza di Stato contro un popolo imprigionato per venti lunghi anni. Allo stesso tempo ha significato la liberazione dalla guerra, da quell'ultimo frutto avvelenato del fascismo. I nostri nonni e le nostre nonne con la resistenza e poi con la Costituzione avevano sancito un "mai più". Mai più guerra, mai più morti, mai più dolore.
Avevano fondato il vero tabù laico a partire dal quale le nuove generazioni avrebbero potuto costruire la nuova società democratica.
E invece?
Invece questo tabù negli ultimi anni è stato infranto, senza rispetto per il sangue versato per renderlo eterno e senza pietà per la vita, le vite umane.
È accaduto in Iraq, e poi in Jugoslavia, e poi di nuovo in Iraq e in Afghanistan e poi in Libia e ora in un Medio Oriente infuocato dal terrorismo e dalle guerre.
Le guerre portano con sé un lento e inesorabile scivolamento delle coscienze verso l'abisso, al punto che tutto è normale, tutto è possibile, anche la barbarie più criminale.
È la vera banalità del male dei nostri giorni, il non sapere più riconoscere la violenza, la guerra.
Perché appunto, oltre alle guerre con le bombe e i carri armati, ci sono guerre quotidiane che non fanno rumore, che non ci spaventano e non ci costringono a stare chiusi in casa per la paura di quello che può accaderti fuori.
Ci sono guerre silenziose, dove non si sentono spari e urla disperate.
La più grande di queste guerre avviene a poche centinaia di chilometri da qui: è quella che avviene nel Mar Mediterraneo.
«Ho pensato diverse volte di uccidermi. Ero solo una bambina, ma avrei preferito togliermi la vita piuttosto che sposare un uomo che aveva il doppio della mia età».
Il (tentato) matrimonio forzato di Tasleem Mulhall non si è consumato in uno sperduto villaggio dell’Asia, ma in una città della moderna Inghilterra. Tra pressioni psicologiche e rimpatri forzati, quello delle spose bambine è infatti un fenomeno molto comune in tutta Europa, soprattutto nei Paesi che hanno un alto tasso di migranti.
Il 19 giugno scorso abbiamo festeggiato al Centro Interculturale delle donne la pubblicazione del libro di Barbara Bonomi Romagnoli "Irriverenti e libere. Femminismi nel nuovo millennio". In nove mesi (aprile 2014 - gennaio 2015) la prima stampa e ristampa cartacea sono andate praticamente esaurite (a Trama ne abbiamo ancora a disposizione alcune copie). E' uscita adesso anche la versione eBook! In questa pagina trovate il link per scaricarla e potete leggere il capitolo scritto da Barbara su Trama di Terre: "Il futuro. Tessere trame tra native e migranti".