Il Dipartimento per le Pari Opportunità ha aperto lo scorso 10 dicembre una pubblica consultazione sul Piano straordinario contro la violenza sessuale e di genere. L’associazione nazionale D.i.Re, Donne in Rete contro la violenza con i suoi oltre 70 centri antiviolenza non parteciperà a questa concertazione ed invita la cittadinanza ad ignorare questa sollecitazione.
Non é collezionando opinioni e commenti, critiche e suggerimenti, viziati dal pericolo serio della banalizzazione e dello svilimento del fenomeno della violenza alle donne che si affronta il tema dei diritti violati. Troppi stereotipi e pregiudizi nutrono la percezione sociale e culturale del fenomeno. I Centri antiviolenza D.i.Re, distribuiti sul territorio nazionale, lavorano su questo da oltre un ventennio anche per costruire una cultura, volta al superamento di clichè e di modelli, attraverso iniziative di sensibilizzazione e di formazione.
E’ solo grazie al movimento politico delle donne che oggi possiamo parlare di violenza maschile contro le donne.
Le esperienze e i saperi delle donne, sin dagli anni settanta, hanno consentito la costruzione di percorsi di libertà e di autonomia, mettendo in discussione ruoli tradizionali e definendo la violenza all’interno dei meccanismi di potere e di controllo che esistono nelle relazioni fra uomini e donne.
È stato il femminismo a dare risposte concrete a questo fenomeno attraverso la nascita dei centri antiviolenza dove sono state accolte e si accolgono migliaia di donne ogni anno con una metodologia specifica che mette al centro ogni donna, con l’obiettivo di fare emergere e rafforzare la sua autodeterminazione e le sue scelte. E’ il paradigma di partenza di una metodologia sperimentata e validata, che si basa sulla relazione fra donne. E come ogni esperienza consolidata e virtuosa va custodita e potenziata.
Contrastare la violenza contro le donne, migliorare la qualità della vita - Stop gender based violence by improving women’s lives, è il tema del convegno internazionale che si svolgerà il 25 novembre nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani a Roma.
L’iniziativa, patrocinata dal Senato della Repubblica e dalla Società Italiana di Criminologia, è stata organizzata da D.i.Re e dal Dipartimento di Psicologia della Seconda Università degli Studi di Napoli. Interverranno Pietro Grasso, presidente del Senato della Repubblica e Giuseppe Paolisso, Rettore della II Università di Napoli.
Martedì 18 novembre dalle ore 9 ci sarà un presidio davanti alla Corte d’Assise di Bari organizzatodall’associazione Safiya per ricordare Bruna Bovino, vittima di femminicidio a soli 29 anni. Quella mattina comincerà il processo ad Antonio Colamonico, imputato per il femminicidio di Bruna, avvenuto il 12 dicembre 2013 a Mola di Bari. Ogni giorno le donne uccise per mano di uomini sono troppe. E troppi sono gli uomini che cercano l’impunità dopo averle uccise. Il femminicidio di Bruna è un fatto sociale: il brutale accanimento sul suo corpo, bruciato dopo l’assassinio, l’annullamento di tutti i suoi progetti di vita, faticosamente e coraggiosamente conquistati lasciandosi alle spalle altre relazioni maltrattanti, ci riguarda tutte. Dobbiamo ricordare il desiderio di vita, di felicità e di autodeterminazione di Bruna e difendere ogni donna dalla violenza della cultura patriarcale. Continua a leggere...
A che punto siamo con l’applicazione della Piattaforma di Pechino? Nel nostro Paese siamo ad un punto morto! Del problema si è parlato per una settimana a Ginevra, nel Palazzo delle Nazioni Unite. [...]
D.i.Re vi ha potuto partecipare in via straordinaria, in qualità di membro consultivo di EcoSoc (Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite) e avrebbe avuto la possibilità di confrontarsi direttamente con gli esponenti del Governo italiano chiamati a relazionare sullo stato dell’applicazione della Piattaforma di Pechino in Italia. Ma il confronto non c’è stato. Il Governo italiano non era tra gli iscritti ad intervenire sui vari temi.