Salutiamo Assunta, nostra socia fondatrice, compagna e amica, con le parole che lei ha scritto lo scorso settembre al comitato nazionale de L’Altra Europa con Tsipras a cui, a causa della malattia, non aveva potuto partecipare.
"Credo che oggi a noi come donne questo venga richiesto: assumere fino in fondo l’alterità del linguaggio, centralizzare e proporre una politica capace di tenere sempre viva la relazione fra vita e non vita, consentire al dolore di esprimersi ma anche di sciogliersi nel doppio che continuamente ci governa; e in questo sciogliersi riproporsi come gioia e vita, sapere che un potere non può per sua stessa natura negarsi, ma continuamente deve essere costretto a misurarsi con l’altro, altra da sé. E che in questo misurarsi, nel mantenere sempre aperta la contraddizione, c’è forse una possibilità di sopravvivenza dell’umano."
Trama di Terre, nei prossimi giorni, sarà in Belgio per partecipare al convegno "SADIA: 10 ANS DÉJÀ, ET APRÈS?". Quest'anno saranno 10 anni da quando Sadia Sheikh, una giovane donna di origine belgo-pakistana, è stata assassinata in seguito al suo rifiuto di contrarre un matrimonio forzato.
«L’Europa nasce o muore nel Mediterraneo». Scriveva già decenni fa Alex Langer. Con questa stessa frase nel 2015 si chiamarono a raccolta le forze sane di questo paese per fermare la strage di migranti in mare.
Il 23 giugno scorso a Imola si è svolto un incontro col ministro Minniti organizzato dal PD. Questo il testo dell'intervento di Trama di Terre, a cui non abbiamo ricevuto alcuna risposta se non che "abolire un grado di giudizio sarebbe un modo per accorciare i tempi della richiesta di asilo". Continuiamo a lottare contro questa legge che viola la Costituzione e la Convenzione di Istanbul, lede i diritti umani di tutti/e e condanna doppiamente le donne migranti.
Perché le donne migranti e richiedenti asilo spesso hanno paure e preoccupazioni diverse da quelle degli uomini: sono sopravvissute a molte forme di discriminazione e violenza maschile, nella sfera pubblica e in quella privata, nel Paese dove sono nate, in quelli in cui hanno transitato, molte volte in quello d'arrivo. Si tratta di violenza domestica, aborti forzati, tratta a fini di sfruttamento sessuale, difficile accesso ad un sistema educativo e socio-assistenziale efficiente, matrimoni forzati, mutilazioni dei genitali.
Perché venga riconosciuta la Convenzione di Istanbul ratificata dal governo italiano, che lo obbliga a riconoscere la violenza contro le donne basata sul genere come una forma di persecuzione ai sensi della Convenzione di Ginevra del 1951 relativa allo status dei rifugiati.
Perché la legge Minniti viola la Convenzione attraverso l'uso della videoregistrazione dell'audizione in Commissione Territoriale, negando il fatto che le donne richiedenti protezione internazionale possano trovarsi in situazioni di non volere o non potere rivelare gli atti di violenza subiti e che essere riprese sarebbe per loro una violenza ulteriore.
Perché non si possono delegare alle strutture d'accoglienza i compiti e le procedure di controllo che spettano alle questure e agli altri organi statali, trasformandoci in Pubblici Ufficiali.
Perché vogliamo continuare ad accogliere attraverso modalità basate sulle relazioni umane e di genere e non vogliamo che queste vengano stravolte da logiche che non ci appartengono.
Perché vogliamo applicato il diritto al non-respingimento per impedire che le donne siano rinviate in Paesi dove la loro vita potrebbe essere in pericolo o dove potrebbero essere esposte al rischio di violenze, trattamenti o pene inumane e degradanti.
TRAMA DI TERRE ACCOGLIE!