Non sciogliete quelle trame: servono a tutte le donne

Imola: “Trama di terre” senza fondi è a rischio.
Alla faccia delle tante parole sul multiculturalismo

di Massimiliano Boschi

da Diario

Le donne più affascinanti di Imola si trovano in via Aldrovandi 31, presso il centro interculturale “Trama di Terre”. Un luogo dove donne di tutto il mondo si riuniscono per risolvere problemi. Anche gli uomini non sono male, ma non hanno più di 12 anni. Belle persone in un bel posto. Che rischia di chiudere. L’orgoglio per il lavoro svolto è l’unico baluardo alla stanchezza per Tiziana Dal Pra, la presidentessa del centro: “Dal 2000, le attività e i bisogni del centro sono aumentati a dismisura. Svolgiamo attività di alfabetizzazione, assistenza legale, corsi di lingue, orientamento al lavoro, formazione professionale, sui servizi territoriali e sulle normative per la cittadinanza. Servizi utilizzati ogni anno da più di 500 donne migranti. Nel 2005 abbiamo inaugurato “La cucina abitata”, un luogo di incontro nei momenti di pausa della giornata. Abbiamo una biblioteca interculturale e organizziamo incontri sui temi dell’integrazione e del razzismo. Tutte attività per cui non abbiamo più risorse perché le abbiamo dovute dirottare altrove”.
Già perché, come detto, a “Trama di Terre” si risolvono problemi, anche gravi e in emergenza. In questo momento, per esempio sono ospitati moglie e figli di un tunisino accusato di violenze in famiglia, ora agli arresti domiciliari. Ma, mentre i dibattiti si attorcigliano attorno a polemiche sul multiculturalismo, nei fatti i centri come “Trama” rischiano di chiudere. “L’accoglienza abitativa, come altre attività sociali, per fortuna non è a rischio”, spiega Tiziana, “ma lo è tutto il resto, cioè il lavoro di prevenzione e soluzione di questo tipo di problemi al di fuori dell’emergenza. Il centro interculturale è un luogo aperto e rassicurante per le donne, a cui, oltre a garantire un tetto, offriamo ascolto. Attraverso il dialogo con le mediatrici, infatti, le immigrate possono riacquistare forze che avevano chiuso in un cassetto, mentre con lo sviluppo di una competenza e l’accompagnamento verso un lavoro possono ricostruire desideri e libertà di scelta. “Trama” è frequentata da donne provenienti da tutto il mondo che hanno acquisito “coscienza di genere” per cui il livello di solidarietà tra loro è molto alto. Non era scontato perché gli stereotipi sugli stranieri non li hanno solo gli italiani”. Tutto questo è a rischio: non vi è riconoscimento politico dell’importanza delle attivita da parte dell’amministrazione comunale, quindi mancano le risorse.