Progetto Citizenship

Citizenship and New Inclusion Progetto finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma Europeo contro l’esclusione sociale

1.Cittadinanza e mancanza di diritti

Nell'attuale dibattito europeo Il tema della cittadinanza continua ad essere un obiettivo chiave per gli immigrati ed un modo primario per acquisire diritti e combattere l'esclusione sociale. Il diritto di immigrare e, al tempo stesso, il diritto degli stati di limitare l'immigrazione, produce asimmetria tra cittadini e non-cittadini generando fenomeni di esclusione.L'analisi comune sulle migrazioni sottolinea la distribuzione iniqua di potere economico e politico su base globale e vede nell'immigrazione un meccanismo principale mediante il quale il capitale mobilita manodopera a basso costo. Al tempo stesso, nello scenario globale, il numero crescente di ostacoli alla libera circolazione di uomini e donne che fuggono dalla povertà finisce per coincidere con una sorta di “conferimento di valore economico” alla clandestinità che è funzionale al modello economico liberista.Negli ultimi anni, le politiche migratorie in diversi Stati Europei sono diventate sempre più repressive, anche in settori come il ricongiungimento familiare che coinvolge in modo particolare le donne. Sfortunatamente queste politiche forniscono anche contesti ideologici per l'attacco dei diritti umani degli immigrati e creano un clima di xenofobia che mina i diritti e la sicurezza dell'intera società.

2.Cittadinanza sociale

Le pressioni internazionali in una cultura di diritti umani e le realtà interne di "lavoratori ospiti" che si trasformano in residenti permanenti hanno obbligato gli stati nazionali ad introdurre nuove misure per consentire la naturalizzazione e la residenza; per questo il principio di eguaglianza non dovrebbe più essere legato alla nazionalità come prerequisito di accesso, ma piuttosto alle condizioni alternative come la presenza in un territorio e la residenza.

Il riconoscimento dei diritti sociali, come i diritti economici, l'assistenza sanitaria e l'istruzione dovrebbero essere fondati sul principio di residenza e non su quello di nazionalità, ma le ineguaglianze sociali non sono cancellate dalla cittadinanza anche quando questa raggiunge il suo fine ultimo con l'introduzione dei diritti sociali: gli stranieri, coloro che non sono accettati come cittadini, rimangono tali.

La posizione degli immigrati nel mercato del lavoro è di particolare interesse per le conseguenze rispetto ai vantaggi concreti che derivano dal riconoscimento dei diritti formali.
Nonostante le spiegazioni in termini di ragioni strutturali, competenza linguistica e mancanza di qualificazione, esistono spesso prove di discriminazione diretta ed indiretta.
Un effetto delle politiche sull'immigrazione è la tendenza a favorire la concentrazione di immigrati in certi settori di attività, caratterizzati da peggiori condizioni lavorative, che contribuisce all'etno-stratificazione o etnicizzazione del mercato del lavoro. Infatti, norme discriminatorie rendono difficile per gli immigrati qualificati trovare un impiego al di fuori delle nicchie etniche, producendo una forte segregazione verso lavori poveri e di bassa qualifica ed un vero e proprio fenomeno di perdita di risorse intellettuali attraverso il sotto-riconoscimento delle capacità degli immigrati.

Prospettiva di genere:anche se le donne europee hanno raggiunto maggior uguaglianza legale ed economica, le politiche sull'immigrazione continuano a restringere l'autonomia delle donne immigrate. Le pari opportunità tra uomini e donne non sono ancora state estese agli immigrati. Anche le politiche sull'immigrazione tendono a contribuire all'interpretazione legale delle donne immigrate come soggetti subordinati, condannandole a dipendere dai mariti, attraverso le politiche di ricongiungimento familiare, o obbligandole a svolgere attività che le donne dei paesi di accoglienza non svolgono più.

Obiettivi principali:

L’ obiettivo principale è migliorare la comprensione del concetto di cittadinanza sociale a livello locale, nazionale ed europeo come effettivo strumento di prevenzione del pericolo e dell’esclusione sociale. Il progetto sarà sviluppato attraverso le azioni seguenti:

-Approfondimento dell’analisi delle pratiche di cittadinanza sviluppate da associazioni femminili in Europa (autonomia, identità, libertà, auto-determinazione, empowerment) e miglioramento della conoscenza degli spazi di negoziazione tra uomini/donne su prospettive di genere/culturali che possono portare a reali opportunità di empowerment nei settori pubblici e privati, attraverso l’identificazione di indicatori di cittadinanza

-Comprensione della trasferibilità di queste pratiche a gruppi diversi di popolazione con conseguente miglioramento della definizione di pratiche di cittadinanza per tutti

-migliore comprensione dell’impatto di tali pratiche sulle politiche locali nei diversi territori dei paesi interessati, con speciale attenzione su due temi: l’accesso ai servizi socio-sanitari e l’accesso al mercato del lavoro

-creazione di un più stretto legame coi territori, attraverso la creazione di forum partecipativi, allo scopo di: a) sperimentare spazi pubblici di partecipazione democratica e scambio tra istituzioni, associazioni ed individui su diversi argomenti; b) sostenere una forte diffusione degli obiettivi del progetto, c) allargare il dibattito a pubblici ed attori diversi oltre l’analisi di genere; e d) raccogliere informazioni per un approfondimento dell’analisi e dei contenuti, propedeutici all’organizzazione dei workshop tematici

-promozione di un’ampia diffusione non solo dei risultati del progetto ma anche dei processi, attraverso la redazione di uno “story book”

La politica difensiva di molti paesi europei sta indebolendo la partecipazione alla vita pubblica di ampi gruppi di persone perché c’è spesso la mancanza di una precisa volontà di promuovere la loro attiva ed effettiva partecipazione ai processi decisionali collettivi.Al tempo stesso, stiamo assistendo all'indebolimento dei luoghi e spazi pubblici di partecipazione politica, anche a causa di una crisi generale del modello di rappresentanza; inoltre molte democrazie europee stanno sviluppando dinamiche che conducono a processi decisionali sempre più elitari ed esclusivi. Pensiamo che la partecipazione strettamente legata alle capacità sia il modo migliore per superare il rischio di marginalizzazione degli interventi locali e per migliorare un effettivo mainstreaming delle politiche al fine di combattere la povertà e l’esclusione.

Soggetti coinvolti
Comune di Forlì – promotore del progetto -
supportato dal Centro di Ricerca "Le Nove".
Commissione Nazionale Pari Opportunità: un organo consultivo del Ministero del Welfare italiano

Consorzio Servizi Social di Imola
Comune di Imola
Provincia di Cesena:
Settore Formazione e Uffici per l’Impiego
Provincia di Ravenna: Settore Formazione e Uffici per l’Impiego
Regione Emilia RomagnaSettore Politiche Sociali e Settore Formazione, Occupazione e Pari Opportunità

Associazione Trama di Terre (Imola) –
Associazione Almamater (Torino)–
Associazione Donne del Mondo and Sesamo - Forlì
ONG Terranuova – Roma –

A livello transnazionale:

DOKPY - Organizzazione Comunale per Intervento Sociale e Salute, Nea Ionia Magnesias – Grecia
SUSI – Susi è un Centro per donne e famiglie immigrate di Berlino.
Coalition for Gender Equality in LETTONIA - La Coalizione comprende attualmente 75 soci, sia persone fisiche che organizzazioni, che operano in settori diversi - promozione della salute, educazione per adulti, attività sindacali, accademia, politica sociale, lavoro giovanile, giornalismo.
Southall Black Sisters – Londra, UK – SBS è un'organizzazione leader di donne asiatiche e africane che gestisce un centro di risorse che fornisce informazioni, consulenza, patrocinio, consiglio e supporto a donne e bambini vittime di violenza domestica.
Durata: 24 mesi (dicembre 2003-dicembre 2005)

http://www.comune.forli.fo.it/contenuti/citizenship