Se l’omicidio-suicidio si chiama femicidio. La donna uccisa a Cattolica nella lunga lista di donne uccise dalla violenza maschile

Mercoledì 8 ottobre 2014

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Quando Ivana Intilla è stata ritrovata senza vita insieme al marito nella sua casa di Cattolica, i giornali hanno subito titolato “caso di omicidio-suicidio”. Questa tragedia, però, un nome ce l’ha già ed è femicidio. Come tante altre donne in Italia (sono state 134 nel 2013, stando ai dati provvisori raccolti dalla Casa delle donne di Bologna), Ivana non è stata “uccisa dalla gelosia”, come hanno scritto, ma dalla violenza del suo compagno.

Una violenza che di solito si sviluppa e cresce nel corso di mesi e anni. Poi sfocia nell’epilogo della morte violenta della donna e a volte, come in questo caso, nel suicidio dell’uomo. Decine e decine di storie seguono le stesse, tragiche fasi. Il partner violento, incapace di riconoscere autonomia e libertà alla propria compagna, si rivela spesso incapace di affrontare le conseguenze del suo gesto e rivolge la violenza anche contro se stesso. La violenza, come un tornado, travolge anche quanti stanno attorno. Nel caso di Cattolica, a essere stati travolti sono anche i figli della coppia, vittime di violenza assistita come tanti bambini e bambine figli/e di donne che subiscono violenza.

I tornado sono fenomeni naturali che è quasi impossibile prevedere e arginare. La violenza sulle donne, il femicidio, la violenza assistita sono invece fenomeni sociali ormai noti, studiati, analizzati. Quante vite devono ancora essere travolte e estinte perché vedano la luce politiche di prevenzione e un Piano nazionale contro la violenza?

Il Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna, ricordando la tragedia di Cattolica, sottolinea che questo è il terzo caso di femicidio in regione dall’inizio dell’anno. L’Emilia-Romagna non è estranea alla violenza, così come non lo è nessuna/o di noi. L’intervento non deve essere solo di emergenza o assistenziale e non deve riguardare solo le donne. Dai programmi di prevenzione del bullismo sessista nelle scuole ai programmi di recupero per uomini violenti, molto può essere fatto per prevenire e contrastare la violenza contro le donne. Anche usare le parole giuste e far luce, con un termine, sul fenomeno del femicidio, sulle sue cause e sulle sue conseguenze.

Coordinamento dei Centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna:
• Casa delle donne per non subire violenza - Bologna
• Vivere Donna - Carpi
• SOS Donna Onlus - Faenza
• Centro Donna Giustizia - Ferrara
• Trama di Terre - Imola
• Demetra Donne in aiuto Onlus - Lugo
• Casa delle donne contro la violenza - Modena
• Centro Antiviolenza Onlus - Parma
• La Città delle Donne - Piacenza
• Linea Rosa Onlus - Ravenna
• Rompi il silenzio Onlus - Rimini
• Nondasola - Reggio Emilia
• Sos Donna – Bologna

Referente per la stampa: Samuela Frigeri
Presidente del Coordinamento dei Centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna
cell. 334 6152733