«Nessuno di noi fa ancora abbastanza»

UN CENTINAIO DI IMOLESI HA ADERITO ALL’APPELLO NELLA PIAZZA TRASFORMATA IN UN BARCONE DA SBARCO CON RESTI DI VESTITI, PAROLE E STORIE.

IL CORDOGLIO DI IMOLA

Caritas, Cgil, Trama di terre hanno promosso un presidio per la strage di Lampedusa

IMOLA. i resti di un’imbarcazione, i resti di vite affogate e scomparse per sempre. Pensieri e aprole scritte su frammenti di carta rubati alle cronache, quelle terribili dell’ennesima e questa volta immane tragedia di Lampedusa. Una parte di Imola ha voluto fermarsi per un attimo, non solo sulla scia della commozione, ma per riflettere su quello che ognuno, ogni governo, ogni società, deve fare perch migrare non debba essere necessariamente essere un turno alla roulette russa. «Non facciamo abbastanza, nessuno fa abbastanza, nemmeno a Imola» prende la parola il direttore della Caritas di Imola Luca Gabbi. La Caritas, insieme alla Cgil, alla associazione di donne migranti Trama di terre, al Comitato primo marzo, hanno promosso ieri alle 18 il presidio in piazza chiamando a raccolta associazioni, forze politiche e sociali, cittadinanza. Hanno aderito un centinaio di persone, far cui anche alcuni politici locali del M5S, del Pd, Rifondazione comunista.
« “Ci sono corpi ovunque” una frase che non può lasciare indifferenti e che segna il dramma di quanto è successo a largo di Lampedusa. Non possiamo rimanere ancora impassibili. La politica, le Organizzazioni sociali, tutto il Paese debbono reagire e rivendicare iniziative da parte delle istituzioni che prevengano ed impediscano queste tragedie. Italia ed Europa debbono assumere urgentissime decisioni, a partire dalla necessità di creare corridoi umanitari, per non abbandonare chi cerca condizioni di vita migliori, o è in fuga da guerre e disperazione, in mano agli scafisti. Dobbiamo tutelarli attraverso un diritto d’asilo europeo; perché le lacrime e le parole dell’Europa non siano solo retorica - hanno chiesto a gran voce i promotori del presidio -. Va predisposto un piano di accoglienza strutturato su tutto il territorio nazionale, anche in considerazione del fatto che le ultime vicende internazionali, in particolare quelle riguardanti la Siria, hanno incrementato enormemente i flussi migratori. Serve altresì un coordinamento a livello europeo delle politiche per l’immigrazione, per dare una risposta adeguata al problema di chi cerca rifugioe sicurezza nel nostro Continente». L’appuntamento è stato anche un segnale di sostegno alla ministra Cècile Kyenge, alla presidente Laura Boldrini per le ingiuste offese ricevute da chi le ha indicate « come responsabili della strage». Questo lo ha ricordato anche l’assessora alle Pari opportunità Barbara Lo Buono che ha aggiunto: «Occorre mutare atteggiamento e politica, cessando di considerare i migranti “non persone”, ma considerandoli invece portatori di diritti di cittadinanza. Occorre cessare di affrontare l’immigrazione come un problema emergenziale, soprattutto a Lampedusa, dove da decenni si susseguono gli sbarchi, inevitabili, perché è un diritto dell’uomo la libertà di movimento e noi, italiani, popolo di migranti, ce lo dovremmo ricordare. Occorre un cambiamento della politica nazionale ed europea che deve comprendere, prima di tutto, che mentre il movimento dei migranti non dipende da essa, invece le condizioni in cui questi cittadini si muovono sì. Occorre cancellare il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, perché come dice la sindaca Nicolini, i tre pescherecci hanno visto ma hanno scelto di non soccorrere per evitare di venir processati, come è già successo altre volte».Ieri, nella giornata di lutto nazionale, i consiglieri comunali del gruppo Pd Alice Sieli e Roberto Grementieri hanno depositato un ordine del giorno sulla tragedia del mare di ieri 3 ottobre col quale si chiedono le dimissioni dell’on Pini della Lega Nord, «dopo le sue deliranti dichiarazioni sul Ministro Kyenge e sulla Presidente della Camera Boldrini».

corriere di romagna, 5 ottobre 2013