"E' un passo avanti ma le risorse dove sono?" Femminicidio, Dal Pra di Trama di Terre comenta il decreto

UN GRANDE PASSO avanti nell’universo femminile, anche se bisogna ragionare di più sul concetto di prevenzione e sulle risorse. Questo, in sintesi, il Tiziana Dal Pra-pensiero all’indomani del decreto legge presentato dal Consiglio dei Ministri contro il «femminicidio». Dal Pra è la presidente dell’associazione Trama di Terre, che gestisce anche un centro antiviolenza e case rifugio per donne, di tutte le età, e spesso e volentieri straniere. Proprio alla fine di giugno l’associazione aveva diffuso dati preoccupanti sulla violenza subita dalle donne, fenomeno da cui non sfugge la realtà imolese. DA QUANDO ha aperto lo sportello in via Aldrovandi, lo scorso dicembre, infatti, fino a due mesi si erano fatte avanti 37 donne: 13 italiane, quattro di nazionalità marocchina. Le altre dalla Polonia all’India passando per la Russia, l’Albania, la Romania e lo Sri Lanka. La fascia di età più rappresentata, quella tra i 18 e i 29 anni (13 casi in totale). Ventuno di loro avevano uno o più figli e il campionario delle violenze di cui sono state vittime spaziava dai maltrattamenti di tipo psicologico a quelli di tipo fisico, senza contare i matrimoni forzati e i casi di stalking perpetrati quasi esclusivamente da mariti, conviventi ed ex fidanzati. Mai, da sconosciuti. Alle 37 donne che si sono rivolte a Trama di Terre vanno poi aggiunte le 222 che solo lo scorso anno si sono presentate al pronto soccorso del Santa Maria della Scaletta. Lei che è impegnata per le donne da una vita, come vede questo decreto legge? «Insieme con gli altri centri antiviolenza italiani diffonderemo un commento unitario, ma intanto posso dire che complessivamente si sono raggiunte alcune cose». Ad esempio? «Ad esempio lo stalking, che ora prevede anche l’arresto. Molto importante anche il fatto di avere nominato la dimensione familiare: viene riconosciuto che le donne sono aggredite fra le mura di casa. Che il lupo è dentro». Altri obiettivi raggiunti? «Per noi che siamo da sempre un’associazione multiculturale, conta moltissimo che la donna straniera possa avere un permesso di soggiorno in caso di violenza». C’è anche il punto della irrevocabilità della querela. «Questo è importante, ma bisogna evitare che diventi un boomerang, cioè che una donna non si senta di sporgere denuncia proprio perché non potrà poi essere ritirata. In altri termini, bisogna lavorare poi su come proteggere questi soggetti deboli. Devono sapere che dopo la querela non saranno sole». Quindi qui iniziano i punti deboli del decreto? «Per alcune cose il giudizio è un po’ come... come quando si rimanda a settembre. Mi sembra che manchi un ragionamento più approfondito sul tema delle risorse. E’ l’aspetto più importante, anche pensando alla gestione delle case rifugio». Cos’altro non la convince? «Non si parla abbastanza di prevenzione, che va fatta fine dalla scuola, il prima possibile. Bisogna rieducare ai sentimenti una generazione di uomini fragili. Per il momento avere nominato la parola femminicidio è già tanto, ma bisogna fare di più. Basta guardare un dato come le pensioni femminili: valgono molto meno di quelle degli uomini. Perché le donne, in questa società, ancora valgono di meno».

 

Letizia Gamberini, Resto del Carlino, 10 Agosto 2013