La paura di ritrovarsi clandestine
Osserva Barbara Spinelli, avvocata del centro Trama di Terre, autrice di Femminicidio. Dalla denuncia sociale al riconoscimento giuridico internazionale (FrancoAngeli): «Le straniere che subiscono la violenza in famiglia sono doppiamente discriminate, come donne e come migranti. Tra gli ostacoli, innanzitutto la dipendenza dal permesso di soggiorno del coniuge: chi arriva in Italia tramite il ricongiungimento familiare può tollerare situazioni anche intollerabili perché teme di ritrovarsi clandestina. Se poi ha dei figli, ha il terrore di denunciare e perdere la genitorialità. Per le donne immigrate di recente, ci sono anche gli ostacoli della lingua, l'isolamento, il timore della condanna da parte della comunità. Una figura essenziale è quella della mediatrice culturale, ne sottolinea l'importanza anche Rashida Manjoom, Special Rapporteur dell'Onu per il contrasto della violenza sulle donne. Ma deve avere una formazione di genere, altrimenti può diventare un'arma a doppio taglio, troppo succube della comunità di provenienza».
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(28 giugno 2012) - Corriere della Sera